Airbag, quanti tipi ne esistono e quali sono le differenze

Nel corso degli anni la sicurezza delle auto e di tutti i veicoli è migliorata moltissimo, sviluppando nuovi sistemi e sensori, telecamere e tutto quel che serve per viaggiare appunto in maniera più sicura, evitando problemi che prima potevano essere all’ordine del giorno. Tra i vari dispositivi auto, occupano un posto rilevante gli airbag, sono i più utilizzati e vengono proposti di serie ormai su qualsiasi vettura.
Come funzionano gli airbag dell’auto?
Si tratta di uno dei dispositivi di sicurezza passiva dell’auto, viene installato all’interno della plancia o del volante, oppure anche del padiglione o dei sedili. Ovviamente il suo ruolo è quello di proteggere i passeggeri in caso di urto, quando si verifica un incidente stradale. Ma come è fatto un airbag? È un vero e proprio pallone dalla forma piatta, che si gonfia immediatamente nel momento in cui l’auto urta violentemente un ostacolo, fuoriuscendo dalla sua sede, andando a proteggere il passeggero o il conducente dell’auto. Impedisce il contatto della testa o e del volto con il volante e con il cruscotto.
Una cosa fondamentale comunque è tenere sempre allacciate le cinture di sicurezza, per non ridurre l’efficacia dell’airbag. Come funziona l’airbag? Innanzitutto è dotato di un sensore in grado di rilevare la decelerazione a seguito di un forte impatto, la centralina elabora il segnale e lo manda al detonatore che accende le sostanze che si trovano all’interno della capsula esplosiva. Nel momento in cui avviene l’impatto infatti si verifica una vera e propria esplosione, che gonfia il sacco in circa 50 millesimi di secondo al massimo e protegge la testa e parte del torace di chi è seduto sui sedili anteriori. Man mano poi il sacco inizia a sgonfiarsi. Dopo l’utilizzo, l’airbag deve essere sostituito con un dispositivo nuovo.
Airbag auto, quando si accende la spia?
La spia dell’airbag si accende sempre nel momento in cui viene avviata l’auto, e poi si spegne poco dopo, in questo modo indica la perfetta funzionalità del sistema di sicurezza. La spia è di colore rosso, si trova sul cruscotto e rappresenta un passeggero seduto con la cintura di sicurezza e un pallone di fronte.
Nel caso in cui notiate che la spia dell’airbag rimane accesa oppure si accenda all’improvviso mentre state guidando, potete provare a risolvere il problema accostando e spegnendo il motore, resettando il sistema. Se non dovesse funzionare, allora fate controllare l’auto ad un meccanico in un’officina specializzata.
Airbag auto, i sensori
L’airbag in auto funziona grazie ai sensori di collisione o di accelerazione montati nella centralina o nella parte frontale o laterale dell’auto, in grado di rilevare la decelerazione improvvisa del veicolo, come abbiamo detto, e di inviare il segnale alla centralina che attiva quindi il detonatore e l’apertura dell’airbag stesso.
A seguito di un impatto, oltre a sostituire l’airbag, vanno controllati anche i sensori, in modo da verificare che non siano stati compromessi nell’urto, altrimenti devono essere cambiati come l’airbag stesso.
Airbag auto, le varie tipologie
Ci sono differenti varianti di airbag che possono essere inseriti in un’auto:
- laterali, si sono diffusi molto velocemente negli ultimi anni e servono per proteggere gli occupanti a bordo dell’auto in caso di impatto laterale, offrono protezione anche in caso di ribaltamento;
- a tendina, proteggono la testa dei passeggeri anteriori e posteriori in caso di sinistro o impatto con forze d’urto di tipo trasversale. L’airbag esplode e si posiziona tra la testa del passeggero e il finestrino;
- frontali, le auto moderne ne hanno due, uno per il conducente e uno per il passeggero davanti;
- per le ginocchia, installati sotto il volante per proteggere il conducente e sotto il cruscotto portaoggetti per il passeggero anteriore;
- centrali, si trovano nel bracciolo dei sedili anteriori o nella parte centrale dei sedili posteriori.
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F1 2020, le più belle livree

Enzo Ferrari diceva che le auto da corsa diventano belle quando vincono e aveva ragione: le livree più sexy della storia della F1 sono infatti molto spesso quelle delle monoposto salite più volte sul gradino più alto del podio.
In attesa di scoprire chi si aggiudicherà il Mondiale F1 2020 abbiamo stilato una classifica – puramente soggettiva – delle più belle livree. Scopriamole insieme.

1° Mercedes
PRO: Le stelle a tre punte nella zona posteriore con quella rossa che omaggia Niki Lauda.
CONTRO: Il tocco bordeaux dello sponsor Ineos lega poco con il grigio e il verde acqua.

2° Williams
PRO: Una livrea classica e pulita che mette tutti d’accordo.
CONTRO: Zona posteriore “ispirata” a quella Mercedes

3° Racing Point
PRO: Ottima integrazione con lo sponsor BWT, colore coraggioso e di impatto
CONTRO: Non a tutti piacciono le monoposto rosa

4° Red Bull
PRO: Abbinamento di colori perfetto
CONTRO: Livrea praticamente identica dal 2016

5° AlphaTauri
PRO: Fiancata splendida impreziosita da un’ottima integrazione con lo sponsor e il motorista
CONTRO: Troppi sponsor nella zona frontale

6° McLaren
PRO: Ottimo abbinamento di colori
CONTRO: Fiancata un po’ spoglia

7° Renault
PRO: Bei colori
CONTRO: Design anonimo

8° Alfa Romeo
PRO: Zona posteriore perfetta con Biscione e Quadrifoglio in bella mostra
CONTRO: La zona anteriore sembra slegata dal resto della monoposto

9° Ferrari
PRO: Bei colori, numeri “vintage” seducenti
CONTRO: Troppi sponsor sulla fiancata, livrea molto simile a quella dello scorso anno

10° Haas
PRO: Livrea pulita
CONTRO: Troppo anonima
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Dieci SUV medie premium a benzina

Le SUV medie premium a benzina sono una razza in via d’estinzione: la maggior parte delle Sport Utility a ciclo Otto si sta infatti convertendo alla filosofia ibrida (mild, full o plug-in).
In questa guida all’acquisto troverete dieci SUV medie premium a benzina: un’offerta variegata di proposte a trazione anteriore o integrale con potenze e prezzi molto diversi. L’elenco è composto soprattutto da vetture tedesche, anche se non mancano auto provenienti da altre nazioni.

Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 280 CV Veloce – 65.200 euro
L’Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 280 CV Veloce è la variante più grintosa (dopo la Quadrifoglio) della SUV media del Biscione.
Il motore è un 2.0 turbo benzina da 280 CV.

BMW X3 xDrive30i Luxury – 65.550 euro
La BMW X3 xDrive30i Luxury è la variante quattro cilindri a benzina più cattiva della terza generazione della SUV media bavarese.
Sviluppata sullo stesso pianale della X4, ospita sotto il cofano un motore 2.0 turbo benzina da 252 CV.

BMW X4 xDrive30i – 62.050 euro
La BMW X4 xDrive30i è la variante a quattro cilindri più potente della seconda generazione della SUV media tedesca.
Il motore 2.0 turbo da 252 CV e il pianale sono gli stessi della X3.

DS 7 Crossback PureTech 180 Prestige – 48.150 euro
La DS 7 Crossback PureTech 180 Prestige è l’unica proposta a trazione anteriore in questa guida all’acquisto. La SUV media premium francese è agile nelle curve e può inoltre vantare una dotazione di serie molto ricca.
Il motore 1.6 turbo benzina ha una cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto e consuma poco ma è povero di cavalli (181) e di coppia (250 Nm).

Jaguar F-Pace 2.0 300 CV Prestige – 64.800 euro
La Jaguar F-Pace 2.0 300 CV è una delle SUV medie premium a benzina più interessanti in circolazione: una Sport Utility britannica versatile che offre tanto spazio nella zona delle spalle dei passeggeri posteriori.
Sviluppata sullo stesso pianale della Land Rover Range Rover Velar, monta un motore 2.0 turbo da 300 CV.

Land Rover Range Rover Velar 2.0 Si4 300 CV R-Dynamic – 66.500 euro
La Land Rover Range Rover Velar 2.0 Si4 300 CV è un’ingombrante (4,80 metri di lunghezza non sono pochi da gestire in manovra) SUV media premium britannica che condivide il pianale e il motore 2.0 turbo benzina da 300 CV con la Jaguar F-Pace precedentemente analizzata.
L’abitacolo offre un mare di spazio alla testa di chi si accomoda dietro (ma in tre sul divano si sta stretti) e il bagagliaio è immenso (673 litri).

Mazda CX-5 2.5L Signature – 44.650 euro
La Mazda CX-5 2.5L Signature è la versione a benzina più potente e costosa della seconda generazione della SUV media premium giapponese. La proposta più economica tra quelle analizzate in questa guida all’acquisto – nonché la più compatta (solo 4,55 metri di lunghezza) – monta un motore 2.5 aspirato a benzina da 194 CV poco pronto ai bassi regimi, rumorosetto e non molto vivace (“0-100” in 9,2 secondi).
L’abitacolo della crossover asiatica è costruito con grande cura ma poco spazioso per le gambe di chi si accomoda dietro. Non molto reattivo, infine, il cambio automatico (convertitore di coppia) a sei rapporti.

Mercedes GLC 43 AMG – 83.752 euro
La Mercedes GLC 43 AMG è la SUV media premium a benzina più costosa tra quelle analizzate in questa guida all’acquisto.
La Sport Utility della Stella monta un motore 3.0 V6 biturbo da 390 CV piuttosto assetato di carburante.

Mercedes GLC Coupé 43 AMG – 82.794 euro
La Mercedes GLC Coupé 43 AMG è la versione filante della GLC: una SUV media premium sportiva poco spaziosa per la testa di chi si accomoda dietro.
Il motore è lo stesso 3.0 V6 biturbo benzina da 390 CV montato dalla “cugina” più versatile.

Porsche Macan 2.0 – 64.894 euro
La Porsche Macan 2.0 è la versione “base” della SUV media premium tedesca a benzina.
Poco agile nel misto stretto per via del peso elevato, monta un motore 2.0 turbo da 245 CV in grado di offrire una spinta corposa ai bassi regimi.
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Quei temerari delle strade bianche: una mostra a Cuneo

Sarà aperta fino al 29 settembre 2020 la mostra “Quei temerari delle strade bianche. Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo-Colle della Maddalena” al Complesso Monumentale San Francesco di Cuneo. Un viaggio fotografico – e non solo – patrocinato da Eberhard & Co., MAUTO (Museo dell’Automobile di Torino) e Comune di Cuneo attraverso il mondo delle corse degli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo.
Il percorso espositivo racconta attraverso 80 foto (selezionate da un archivio di circa 40.000 lastre e pellicole realizzate dal fotografo piemontese Adriano Scoffone) le edizioni 1925, 1926, 1927 e 1930 – quest’ultima presente nel calendario della prima edizione di sempre del campionato europeo della montagna – della corsa in salita Cuneo-Colle della Maddalena.
Piloti entrati nella leggenda come il tedesco Rudolf Caracciola e i nostri Achille Varzi, Tazio Nuvolari e Giuseppe Campari, controsterzi, fughe nei rettilinei e sbandate: questo e tanto altro in un evento imperdibile per gli appassionati di motori.
Foto e non solo. Nella mostra “Quei temerari delle strade bianche” è infatti anche possibile ammirare tre auto d’epoca – l’Alfa Romeo 1500 MM S guidata nel 1930 da Emilio Gola, un’Alfa Romeo P2 identica a quella con cui vinse Nuvolari nel 1930 e una Bugatti 35 B come quella di Scagliotti-Avattaneo – e un orologio Eberhard & Co. da tasca degli anni ‘30 con funzione di sveglia identico a quello appartenuto al “Nivola”, del quale fu ritrovata solo la custodia.
“Il contributo di Eberhard & Co. a sostegno della mostra dedicata al Fondo Scoffone rispecchia la vocazione della Maison a favore di iniziative di grande spessore culturale, che riportino alla luce un patrimonio ancora celato e lo rendano fruibile a tutto il pubblico. Inoltre il nostro legame di lunga data con Nuvolari ci rende sempre coinvolti in eventi che ne celebrino la figura”, ha dichiarato Mario Peserico, amministratore delegato di Eberhard Italia.
C’è un legame molto stretto tra la Eberhard & Co. e Tazio Nuvolari: un rapporto iniziato un secolo fa rafforzatosi nel 1992 quando il marchio di orologeria svizzero è diventato Cronometro e Official Partner del Gran Premio Nuvolari e ha creato una speciale collezione dedicata al “Mantovano Volante”.
Mostra Quei temerari delle strade bianche a Cuneo: date e orari di apertura
La mostra “Quei temerari delle strade bianche” presso lo Spazio Museale di San Francesco a Cuneo è aperta dal martedì alla domenica dalle 15:30 alle 18:30.
Mostra Quei temerari delle strade bianche a Cuneo: i prezzi dei biglietti
3 euro: intero
2 euro: ridotto over 65, visitatori di età compresa tra i 6 e i 18 anni, studenti universitari entro i 26 anni di età, gruppi di visitatori in numero fra 15 e 20 unità al massimo, adulti che accompagnano un minore, soci delle associazioni culturali operanti sul territorio di Cuneo, dipendenti del Comune di Cuneo
Gratis: possessori di carta abbonamento Musei Torino Piemonte, minori di anni 6, disabili e accompagnatori, giornalisti, guide turistiche, gruppi (fino a un massimo di 20 unità, compresi gli accompagnatori, di tutte le classi scolastiche di qualsiasi ordine e grado, comprese tutte le facoltà universitarie, Accademie di Belle Arti e Conservatori di musica, se in visita scolastica), amministratori in carica del Comune di Cuneo, della Provincia di Cuneo, della Regione Piemonte, direttori e conservatori di musei italiani e stranieri e personale MIBACT, forze dell’ordine)
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Deducibilità dei costi auto, tutto quello che bisogna sapere

Quando si deve comprare una nuova auto, ci sono due grandi temi che possono influenzare la scelta da parte dell’acquirente, parliamo in particolare della detrazione dell’IVA e della deducibilità dei costi delle vetture. Ci si chiede infatti spesso se è possibile detrarre l’IVA pagata come azienda o come professionista o ancora come ci si deve comportare con i costi di mantenimento dell’auto. Vediamo tutti gli approfondimenti utili.
Le regole generali per la detrazione dell’IVA per le auto nel 2020
L’art. 19-bis1 del D.P.R. 633/72 (testo unico IVA) stabilisce la detraibilità dell’IVA sugli acquisiti di veicoli stradali e sulle relative spese. È in vigore dal 2018 e ritiene che la limitazione della detrazione IVA al 40% riguardi “tutti i veicoli a motore, diversi dai trattori agricoli o forestali, normalmente adibiti al trasporto stradale di persone o beni la cui massa massima autorizzata non supera 3.500 kg e il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto” che non sono usati solo nell’esercizio dell’attività di impresa o della professione.
Questo cosa significa? Che si può detrarre il 40% dell’IVA sostenuta congiuntamente all’acquisto dell’auto. Questo limite vige in quanto c’è la presunzione che l’autovettura risponda ad un utilizzo promiscuo più che esclusivo, infatti molto spesso l’auto viene impiegata sia ai fini esclusivamente aziendali, che ai fini personali. Per quanto riguarda l’IVA relativa alle prestazioni di servizi, alla manutenzione, alla riparazione, alla custodia e all’acquisto di lubrificanti e carburanti, è ammessa in detrazione nella stessa misura in cui è ammessa anche l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione della vettura stessa.
Auto e spese connesse: la detrazione dell’IVA
La detraibilità dell’IVA è:
- detrazione 100% per veicoli stradali a motore per trasporto di persone o cose (almeno 35 quintali o otto posti oltre al conducente), trattori, veicoli oggetto di produzione o commercio da parte del contribuente o senza i quali non può svolgere l’attività;
- detrazione 40% per veicoli stradali a motore per trasporto di persone o cose (meno di 35 quintali e con otto posti al massimo).
Esiste anche un caso di indetraibilità totale dell’IVA, per le moto di cilindrata superiore a 350 cc.
Deducibilità dei costi auto: di cosa si tratta
Le regole di deducibilità dei costi auto per imprese e professionisti, variano a seconda del tipo di veicolo e dell’uso che viene fatto per l’esercizio dell’attività.
La Legge di stabilità 2017 ha modificato i limiti di deducibilità, oggi il limite di rilevanza fiscale del noleggio a lungo termine a favore degli agenti di commercio passa da € 3.615,20 a € 5.164,57. Questo significa che gli agenti o rappresentanti di commercio possono dedurre dal proprio reddito il costo dell’acquisto di autovetture e autocaravan fino a 25.822,84 euro al massimo, soglia del 43% più alta di quella che viene riconosciuta a chi usa la stessa tipologia di bene nell’esercizio di imprese, arti e professioni.
Con questa percentuale di beneficio si alza anche il limite di deducibilità dei costi di locazione e di noleggio per autovetture e autocaravan di 1.549,37 euro. Gli agenti o rappresentanti di commercio quindi possono dedurre questi costi fino a 5.164,57 euro. Per quanto riguarda l’esclusione delle auto dal super ammortamento, sono esclusi dall’applicazione dell’agevolazione gli investimenti in:
- veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti ex lett. b-bis;
- veicoli strumentali all’attività d’impresa e di uso pubblico di cui alla lett. a);
- veicoli a deducibilità limitata di cui ex art. 164, comma 1, lett. b), TUIR,
Per i mezzi a deducibilità limitata, art. 164 comma 1 lettera b), che sono quelli non esclusivamente strumentali, esiste un doppio limite di deducibilità, uno percentuale (20% in generale e 80% per agenti e rappresentanti) e un limite al valore riconosciuto fiscalmente.
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Garanzia auto usata: quando è attiva e come funziona

Le norme relative alla garanzia di acquisto dei prodotti di consumo in Italia sono inserite all’interno del Codice del Consumo. Nonostante questo, ci sono ancora dei problemi segnalati, soprattutto per quanto riguarda le auto usate. Spesso è difficile infatti far valere la garanzia nel caso si presentino difetti dopo l’acquisto di questi beni. Il nostro consiglio è verificare lo stato dell’auto con cura prima di comprarla e rivolgersi al concessionario che ha venduto la vettura nel caso si presentino dei difetti di conformità: è infatti l’unico responsabile della garanzia.
Come funziona la garanzia legale per le auto usate
Anche per l’acquisto di prodotti usati viene applicata la garanzia legale prevista per la vendita di qualsiasi bene di consumo, in questo caso delle auto usate, acquistate presso i rivenditori di auto o le concessionarie. La Legge prevede, di norma, 2 anni di garanzia dal momento dell’acquisto, per contratto si può decidere anche per un periodo inferiore ma comunque non men di un anno. Il venditore potrebbe anche proporre un periodo più lungo di garanzia, anche se con minori coperture a partire dal secondo anno in poi, rispetto a quelle obbligatorie per Legge.
La garanzia è sempre dovuta, non vi si può rinunciare. Nel caso in cui il venditore preveda accordi diversi o limitazioni, questi sono da considerare nulli. Ricordate inoltre che la garanzia legale è gratuita, non è necessario pagare per poterne beneficiare. Una eventuale garanzia per auto usate ulteriore da parte del venditore può esistere, ma deve comunque ampliare eventualmente i diritti del consumatore previsti dalla garanzia legale, non è possibile in alcun modo limitarli. Nessuno è comunque obbligato ad accettare una garanzia ulteriore rispetto a quella prevista per Legge, soprattutto perché, nella maggior parte dei casi, bisogna pagare una sorta di premio al venditore.
Garanzia per le auto usate: alcuni approfondimenti
Una cosa importante da sapere è che, nei primi sei mesi dall’acquisto della vettura usata, il venditore, in caso di difetti, deve provare che non rientrano nella garanzia, se si tratta di danni causati dall’usura ordinaria dell’auto. Se l’auto usata è stata comprata da un privato, allora non ci si può appoggiare al Codice del Consumo, perché non riguarda la compravendita di vetture tra soggetti privati. Bisogna far valere le norme del Codice Civile, che sottolinea che l’auto non deve presentare vizi occulti e che il venditore non deve tacere eventuali circostanze che potrebbero pregiudicare l’acquisto della macchina usata da parte vostra.
In generazione quindi fate attenzione al concetto di usura del bene in relazione al tempo del pregresso utilizzo, l’auto non è nuova, non tutti i difetti o danni rientrano nella garanzia. Bisogna sempre tener conto della vita e del chilometraggio del mezzo. Se però il venditore pubblicizza l’usato garantito, il consumatore è portato a pensare che l’utilizzo del bene usato sia stato normale oppure che sia stata effettuata una recente revisione; nel caso in cui l’auto poi invece dovesse dare problemi e non essere conforme alle promesse del venditore, allora l’acquirente potrà rivendicare riparazioni o sostituzioni in garanzia e quindi gratuite.
Sarebbe buona norma farsi rilasciare dal venditore dell’usato garantito una dichiarazione che copra qualsiasi difetto futuro, durante il periodo della garanzia legale, indipendentemente da quanto e come è stato usato il veicolo in passato. Ogni difformità grave e la mancanza di qualità essenziale, conosciute dal rivenditore e taciute, danno il diritto alla sostituzione dell’auto o all’annullamento del contratto.
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Auto elettrica, qual è il costo di una ricarica completa?

Dai dati che vengono forniti dai costruttori di auto elettriche, è possibile sapere che il veicolo a zero emissioni usa e quindi consuma una quantità di elettricità ridotta, sia per le elettriche pure che per le auto ibride plug-in, si parla di circa 0,1-0,2 kWh/km. Quindi, se vogliamo sapere quanto costa percorrere 100 km con questa tipologie di vetture, basta fare i calcoli.
Se ricarichiamo l’auto a casa da una fonte da 220 V, in genere il costo potrebbe essere stimato in circa 0,25 euro/kWh, significa che per ogni km si spendono 0,045 euro e quindi per un tragitto di 100 km la spesa totale potrebbe essere di circa 4,50 euro.
Consumi auto elettrica: confronto con una vettura a benzina
Se possediamo un’auto elettrica dal prezzo di listino di 25.000 euro circa con un’autonomia dichiarata di 160 km, la cui ricarica dura 8 ore e assorbe 16 ampere e vogliamo fare un paragone con una vettura con motorizzazione tradizionale e alimentata a benzina, allora prendiamo ad esempio un modello dal listino di 20.000 euro circa e un consumo medio di 20 km/litro e facciamo un paragone. Se in un anno percorriamo 20.000 km, considerando i costi di oggi della benzina e dell’elettricità, allora possiamo calcolare un risparmio di circa il 45% da parte dell’auto elettrica rispetto a quella a benzina, quindi i 5.000 euro pagati in più per comprare la vettura si ammortizzano in cinque anni circa. Se invece in un anno viaggiamo per soli 10.000 km, allora servirebbero circa 10 anni o poco più per ammortizzare il prezzo di acquisto.
Auto elettrica, quanto si risparmia
Possedere un’auto elettrica non significa risparmiare soltanto nei costi del carburante rispetto a una vettura con motorizzazione a combustione, ma si traduce anche in:
- motore elettrico quasi quattro volte più efficiente di uno classico, l’efficienza energetica di un propulsore diesel infatti è di circa il 40%, di un motore a benzina meno del 30%, un elettrico invece arriva al 90% di efficienza;
- l’elettrico può recuperare energia viva durante decelerazioni e frenate, portando ad un risparmio in termini economici che arriva anche al 30%;
- il motore elettrico inoltre non consuma mai ai semafori o nei momenti di stop e ripartenza nel traffico;
- infine l’energia elettrica non è soggetta a tasse e accise pesanti come i carburanti.
Auto elettriche, le performance dei veicoli a zero emissioni
Tante auto elettriche oggi, oltre a non produrre emissioni e far risparmiare il denaro del carburante, sono in grado di fornire accelerazioni superiori anche rispetto ai modelli a benzina, oltre a vantare velocità massime elevate. Negli ultimi anni sono state inserite le batterie al piombo-acido con quelle di nuova generazione agli ioni di litio, che hanno una potenza ed una densità di energia maggiori e sono anche di dimensioni minori, oltre che più leggere. Ecco perché le vetture elettriche di oggi vantano accelerazioni più elevate, migliori performance e una maggiore autonomia.
Inoltre, in poche ore i pacchi batterie si ricaricano completamente, le vetture a zero emissioni possono essere tranquillamente lasciate in carica tutta la notte (al pari di uno smartphone) ricaricandosi perfettamente e consumando poca energia. Tanti sono i motivi per cui le auto elettriche oggi sono un settore in grande espansione, insieme ai modelli ibridi. In futuro molto probabilmente inonderanno il mercato, ci aspettiamo di vedere un ampliamento della rete di colonnine di ricarica, oggi ormai strettamente necessario in Italia.
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Omologazione auto modificata, come farla e che cosa serve

Se sei un amante delle auto speciali, devi sapere che le eventuali modifiche devono essere omologate, se non si vogliono rischiare sequestri o multe salate. Nel caso in cui quindi si ha intenzione di trasformare la propria vettura in maniera profonda, è importante sapere che per la Legge italiana si può fare, basta sapere come muoversi.
Omologazione auto modificata, come fare
La Legge e il Codice della Strada definiscono con questo termine l’omologazione per uso stradale di una vettura molto diversa dall’originale, che presenta delle parti senza il certificato di omologazione, perché trasformate in officina o autonomamente. Quindi non si tratta solo di componenti differenti come cerchi in lega o marmitte certificate da un fabbricante.
Esiste una procedura che permette di omologare anche queste parti, è necessario rivolgersi ad un Centro Tecnico accreditato dal Ministero dei Trasporti, che deve controllare l’auto e le varie trasformazioni, verificando che sia sicura e che tutte le parti possono essere ritenute conformi alla Legge. In seguito è necessario rivolgersi alla Motorizzazione Civile che provvede ai controlli e alla prova pratica della vettura modificata, prima di aggiornare il libretto. Oltre alla certificazione ad unico esemplare, c’è anche una norma che fa parte del Decreto Bersani, secondo la quale, per modificare le caratteristiche di una vettura e aggiungere delle componenti non originali, oggi non serve più l’autorizzazione del costruttore (impossibile da ricevere, tra l’altro).
I tecnici del Ministero hanno la facoltà di chiedere molte prove e carte firmate da specialisti, difficili da ottenere e soprattutto molto costose. Alla fine potrebbero anche decidere di non aggiornare il libretto di circolazione, succede purtroppo molto spesso. L’unica cosa da fare quindi è appoggiarsi alle Leggi della Comunità Europea in ambito di omologazione auto.
È possibile richiedere l’omologazione al TUV , società privata tedesca che fa omologazioni in accordo con il Ministero dei Trasporti. Se i pezzi sostituiti non sono molti, allora la procedura non dovrebbe essere complessa. Se i nuovi elementi sono omologati in Europa, funziona tutto in automatico, senza nuovi collaudi. Questo succede spesso con gli impianti di scarico, gli ammortizzatori, i cerchi in lega. Se invece le modifiche sono tante e soprattutto artigianali, allora la procedura è più complessa, servono anche delle analisi di laboratori tecnici esterni e prove in pista.
Terminati tutti gli esami e i test di valutazione, viene scritta una relazione descrittiva e l’auto viene immatricolata in maniera provvisoria presso un’agenzia specializzata in Germania, inserendo tutte le modifiche autorizzate dal TUV. Il proprietario del mezzo deve quindi pagare il costo della pratica e le tasse, oltre ad avere un’assicurazione che copre il veicolo per poche settimane.
Attraverso il “principio di reciprocità” poi si può fare valere il fatto che, se un’auto può liberamente circolare in un paese membro, allora deve poterlo fare anche in tutti gli altri, e quindi anche in Italia. Per questo è fondamentale procedere ad una nuova immatricolazione della vettura anche nel nostro Paese, per non avere poi nessun tipo di problema. Ci rendiamo conto che non è una delle procedure più semplici, ma dipende dalla passione e dal valore di tutte le modifiche apportate all’auto. Per essere in regola con il Codice della Strada in Italia si possono spendere circa 3.000 euro di tasse e assicurazioni,a cui si devono sommare anche i costi delle prove del TUV o altri laboratori. Effettivamente, in alcuni casi esagerati, si può arrivare ad una spesa totale di 10.000 euro.
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Mascherina in auto: sì o no?

La mascherina in auto va indossata o no? Dipende dalla situazione: in caso di dubbi è sempre meglio consultare la pagina del Governo relativa alle FAQ (domande frequenti) della Fase 2.
Di seguito troverete tutto quello che c’è da sapere sulla mascherina in auto: quando va indossata e quando invece non c’è bisogno di metterla.
Bisogna indossare la mascherina in auto se nella vettura sono presenti solo persone conviventi?
No.
Si può stare senza mascherina in un’auto insieme a persone non conviventi?
No. Tutti i passeggeri devono indossare la mascherina.
Quante persone non conviventi possono stare nella stessa auto?
Dipende dal numero di posti: una persona su un’auto a due posti, fino a tre persone su un’auto con due file di sedili e fino a cinque persone su un’auto con tre file di sedili.
In parole le persone non conviventi non possono sedersi di fianco al guidatore e possono occupare solo due sedili per ogni altra fila.
Esistono casi in cui persone non conviventi possono stare in un’auto senza mascherina?
Sì, se la vettura è dotata di un separatore fisico in plexiglas tra la fila di sedili anteriore e quella posteriore ed esclusivamente se ci sono sono due persone in auto (il guidatore e un passeggero nella fila dietro).
Quante persone conviventi possono stare nella stessa auto?
Il numero di persone conviventi che possono stare nella stessa auto coincide con il numero di posti a sedere: per i conviventi non sono previste limitazioni.
Posso spostarmi in auto se sono sottoposto a quarantena?
No. Chi è sottoposto alla misura della quarantena essendo risultato positivo al coronavirus non può uscire di casa.
Posso salire in auto con la mascherina se ho sintomi da coronavirus?
No. I soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante.
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Fare ripartire un’auto ferma da molto tempo: trucchi e consigli

Avere un’auto ferma da molti anni oppure comprare una vettura storica da collezione che non viene messa in moto da moltissimo tempo significa anche dover trovare il modo giusto per farla ripartire. Vediamo quindi quali sono le informazioni più importanti da sapere e come provvedere autonomamente all’auto.
Auto ferma da parecchio tempo, cosa succede?
Le macchine sono nate per muoversi, i viaggi sono un toccasana per le vetture di ogni tipo, tenerle ferme per molto tempo può invece rivelarsi dannoso. Cosa può succedere? Gli stop prolungati possono provocare ruggine nelle componenti, elementi che grippano, guarnizioni che si seccano e si spaccano. Insomma, l’auto può andare incontro a determinati problemi più o meno difficili da risolvere, a cui a volte si riesce a far fronte da soli, altre invece è necessario l’intervento di un meccanico professionista, con la conseguenza di dover spendere una determinata somma di denaro per i lavori necessari a rimettere l’auto in salute e sicurezza. Più una vettura resta ferma, più diventa delicata.
Macchina ferma da tempo, cosa devo fare?
Dopo aver chiarito che l’auto ha bisogno di muoversi e quali danni può provocare una situazione di fermo prolungato, vediamo anche cosa bisogna sapere se si ha disposizione una macchina e si decide di avviare il motore dopo tanto tempo.
La prima cosa da fare è procurarsi dell’olio motore e provvedere alla sostituzione dello stesso, quello contenuto nell’auto infatti potrebbe essere troppo vecchio e scaduto e non provvedere in maniera perfetta alla sua funzione di ingrassaggio. L’ideale sarebbe quindi andare a cambiarlo completamente e provvedere anche, al tempo stesso, alla sostituzione del relativo filtro. L’olio potrebbe essere sparito dal pistone e essere necessaria una buona lubrificazione manuale delle candele, andando a versarvene una singola goccia, dopo averle svitate. Prima di procedere con l’accensione del motore, il consiglio è quello di far agire l’olio più possibile e passare nel frattempo a controllare altre parti della macchina.
Un consiglio che può essere utile è quello di tenere l’auto in folle o ad una marcia alta, a seconda della pendenza del suolo, e spingerla avanti e indietro per alcune volte, andando quindi a fare un esercizio manuale che può essere paragonato a quello che noi facciamo per sgranchirci le gambe quando stiamo fermi per parecchio tempo, per esempio durante un lungo viaggio o un’intera giornata lavorativa davanti al pc. In questo caso, dopo le prime spinte, potreste sentire differenti rumori di parti metalliche o cigolii vari.
Altro problema che potrebbe presentarsi quando si lascia l’auto spenta e ferma per molto tempo è quello della batteria, che potrebbe scaricarsi, in particolar modo se, prima di lasciare la macchina immobile e inattiva per così tanto tempo, non viene scollegata. Il primo tentativo da fare è caricarla manualmente, per vedere se dà qualche segnale di ripresa. Altrimenti conviene andare a comprarne direttamente una nuova presso un rivenditore autorizzato, quindi un professionista del settore.
Se riuscite a seguire questi piccoli e semplici passaggi, in realtà la vostra auto è pronta per ricominciare a viaggiare senza rischi e problemi. Non dimenticate di controllare le gomme, quando le macchine stanno ferme per tanto tempo, gli pneumatici seccano e soprattutto cambiano forma, quindi potrebbero essere davvero pericolosi e conviene cambiarli. Nel momento in cui il motore riparte, non accelerate a fondo e tenete anzi ferma la vostra auto al mimino per mezz’ora circa.
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