Monthly Archives: Luglio 2021

Alfa Romeo Stelvio: modelli, prezzi, dotazioni e foto

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L’Alfa Romeo Stelvio – nata nel 2017 e sottoposta a un restyling nel 2019 – è una SUV media disponibile a trazione posterioreintegrale sviluppata sullo stesso pianale della Giulia.

In questa guida all’acquisto dell’Alfa Romeo Stelvio – una delle migliori proposte del segmento – vi mostreremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino dell’unica (per ora) Sport Utility del Biscione: prezzimotori, accessori, prestazionipregidifetti e chi più ne ha più ne metta.

Le foto dell’Alfa Romeo Stelvio

Alfa Romeo Stelvio: le caratteristiche principali

Difficile trovare in commercio una SUV più piacevole da guidare dell’Alfa Romeo Stelvio: agilissima nelle curve e coinvolgente con qualsiasi motore, fa quasi dimenticare di trovarsi a bordo di una crossover a guida alta.

Ma i pregi non finiscono qui: l’abitacolo è rifinito con cura e il divano posteriore offre tanto spazio in larghezza. Migliorabili, invece, i centimetri a disposizione delle gambe di chi si accomoda dietro e delle valigie.

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Alfa Romeo Stelvio: gli allestimenti

Gli allestimenti dell’Alfa Romeo Stelvio sono otto: Rosso EdizioneBusinessSprintExecutiveVeloceTi, Veloce TiQuadrifoglio.

Alfa Romeo Stelvio Rosso Edizione

La dotazione di serie dell’Alfa Romeo Stelvio Rosso Edizione comprende:

Interni

  • Nuovi sedili in tessuto con cuciture rosse
  • Batticalcagno in alluminio
  • Cornici interne nere
  • Volante in pelle con comandi multifunzione e tasto di avviamento integrato
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali
  • Quadro strumenti con display TFT a colori da 7″
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Sport
  • Fari anteriori Bi-Xenon 35W con Adaptive Frontlight System (AFS)
  • Doppio terminale di scarico cromato
  • Lavafari
  • Fari posteriori LED
  • Pinze freno rosse by Brembo

Tecnologia sicurezza comfort

  • Nuovo Alfa Connect 8,8″ Multitouch (Radio, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Sintonizzatore radio DAB
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Portellone elettrico
  • Alfa Connected Services
  • Hill Descent Control
  • Accensione automatica degli anabbaglianti con sensore crepuscolare
  • Sensore pioggia
  • Climatizzatore automatico bizona
  • Start & Stop
  • Alfa DNA Drive Mode System
  • Autonomous Emergency Brake (AEB) con riconoscimento pedoni
  • Lane Departure Warning (LDW)
  • Forward Collision Warning (FCW)
  • Integrated Brake System (IBS)
  • Specchietti esterni ripiegabili elettricamente
  • Integrazione Apple Car Play – Android Auto
  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche

Alfa Romeo Stelvio Business

L’Alfa Romeo Stelvio Business – ricca ma cara – costa 1.000 euro più della Rosso Edizione a parità di motore e offre:

Interni

  • Batticalcagno standard (no alluminio)
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 17″ a razze

Tecnologia sicurezza comfort

  • Nuovo Alfa Connect Navi 8,8″ Multitouch (Radio, Navigatore, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Adaptive Cruise control
  • Keyless entry (porte anteriori)
  • Luce di cortesia su maniglie porte
  • Presa 12V nel bagagliaio

Alfa Romeo Stelvio Sprint

L’Alfa Romeo Stelvio Sprint costa 2.000 euro più della Business a parità di motore e offre:

Interni

  • Sedili in tessuto tecnico con inserti soft-touch
  • Pedaliera sportiva in alluminio
  • Nuovo volante sportivo in pelle
  • Inserti in alluminio
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Sport
  • Finiture esterne Dark miron su calandra, skidplate, terminali di scarico, logo Stelvio
  • Pinze freno nere by Brembo

Tecnologia sicurezza comfort

  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Adaptive Cruise control
  • Presa 12V nel bagagliaio

Alfa Romeo Stelvio Executive

L’Alfa Romeo Stelvio Executive – ricca ma cara – costa 3.000 euro più della Business a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili in tessuto tecnico con inserti soft-touch
  • Nuovo volante sportivo in pelle
  • Batticalcagno in alluminio

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Lusso

Tecnologia sicurezza comfort

  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Traffic Sign Recognition (TSR)
  • Lane Keep Assist
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Specchi retrovisori esterni elettrocromici

Alfa Romeo Stelvio Veloce

L’Alfa Romeo Stelvio Veloce – contraddistinta da un eccellente rapporto prezzo/dotazione – offre:

Interni

  • Sedili sportivi in pelle
  • Sedile guidatore con reg. elettriche a 6 vie e memoria
  • Sedile pas. con regolazioni elettriche a 6 vie
  • Sedili anteriori con fianchetti regolabili
  • Sedili anteriori riscaldati
  • Nuovo volante in pelle sportivo riscaldato
  • Imperiale scura

Esterni

  • Cerchi in lega bruniti da 20″
  • Nuovi paraurti e passaruota in tinta vettura

Tecnologia sicurezza comfort

  • Nuovo Alfa Connect Navi 8,8″ Multitouch (Radio, Navigatore, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Keyless entry (porte anteriori)
  • Luce di cortesia su maniglie porte
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Specchi retrovisori esterni elettrocromici
  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Traffic Sign Recognition (TSR)
  • Lane Keep Assist

Alfa Romeo Stelvio Ti

La ricca Alfa Romeo Stelvio Ti costa 4.500 euro più della Executive a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili in pelle “Pieno Fiore”
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Sedili anteriori con regolazione elettrica a 8 vie riscaldati
  • Inserti in vero legno quercia o noce su plancia e tunnel centrale
  • Nuovo volante in pelle Lusso riscaldato
  • Pedaliera in alluminio

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Design
  • Cornice cristalli esterna cromata
  • Nuovi paraurti e passaruota dark miron

Tecnologia sicurezza comfort

  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger
  • Hand’s Free Tailgate

Alfa Romeo Stelvio Veloce Ti

L’Alfa Romeo Stelvio Veloce Ti – l’allestimento che ci sentiamo di consigliare – è ricca ma cara, costa 6.000 euro più della Veloce a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili sportivi Quadrifoglio in pelle e Alcantara
  • Paraurti anteriore e posteriore sportivo
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali

Esterni

  • Cornice cristalli nero lucida

Tecnologia sicurezza comfort

  • Alfa Dynamic Suspension
  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger

Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio

La dotazione di serie dell’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, caratterizzata da un prezzo non esagerato in rapporto alla concorrenza, comprende:

Interni

  • Sedili sportivi Quadrifoglio in pelle e Alcantara
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali
  • Nuovo volante Quadrifoglio in pelle con tasto di avviamento integrato di colore rosso
  • Inserti in fibra di carbonio
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Palette cambio al volante in alluminio
  • Pedaliera sportiva in alluminio

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″ Quadrifoglio
  • Fari anteriori Bi-Xenon 35W con Adaptive Frontlight System (AFS)
  • Pinze freno con finitura anodizzata
  • Finiture esterne Dark miron su calandra, skidplate, terminali di scarico, logo Stelvio
  • Vetri posteriori privacy
  • Cornice cristalli nero lucido
  • Quattro terminali di scarico Quadrifoglio
  • Paraurti specifici Quadrifoglio
  • Minigonne Quadrifoglio
  • Passaruota in tinta vettura
  • Cofano con prese d’aria
  • Badge Quadrifoglio
  • Fari posteriori bruniti LED

Tecnologia sicurezza comfort

  • Nuovo Alfa Connect Navi 8,8″ Multitouch (Radio, Navigatore, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Apple CarPlay/Android Auto
  • Accensione automatica degli anabbaglianti con sensore crepuscolare
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Adaptive Cruise Control
  • Climatizzatore automatico bizona
  • Keyless entry (porte anteriori)
  • Portellone elettrico
  • Parabrezza atermico a infrarossi
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico
  • Specchietti retrovisori esterni elettrocromici e ripiegabili elettricamente
  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Traffic Sign Recognition (TSR)
  • Lane Keep Assist
  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger
  • Alfa Chassis Domain Control (CDC)
  • Alfa Active Suspension – Sospensioni attive
  • Alfa Active Torque vectoring
  • Hill Descent Control – Sistema di controllo in discesa
  • Lane Departure Warning (LDW)
  • Forward Collision Warning (FCW)
  • Autonomous Emergency Brake (AEB) con riconoscimento pedoni
  • Integrated Brake System (IBS)

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Alfa Romeo Stelvio: modelli e prezzi di listino

Di seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni dell’Alfa Romeo Stelvio. La gamma motori della SUV media lombarda è composta da sei unità sovralimentate, tutte abbinate a un cambio automatico (convertitore di coppia) a 8 rapporti non molto reattivo nella guida sportiva:

  • un 2.0 Turbo benzina da 200 CV
  • un 2.0 Turbo benzina da 280 CV
  • un 2.9 V6 Bi-Turbo benzina da 510 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 160 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 190 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 210 CV

Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 200 CV (da 57.500 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 200 CV (prezzi fino a 60.500 euro) – versione “base” a benzina della crossover milanese – monta un motore ricco di cavalli e di coppia (330 Nm), grintoso (“0-100” in 7,2 secondi) ma anche caratterizzato da un’erogazione non eccezionale: la spinta inizia tardi e si esaurisce presto. A causa delle emissioni elevate di CO2 bisogna pagare l’Ecotassa.

Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 280 CV (da 67.200 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio 2.0 Turbo 280 CV (prezzi fino a 73.200 euro) è la versione a benzina che ci sentiamo di consigliare: una Sport Utility vivace (5,7 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) spinta da un motore non particolarmente pronto ai bassi regimi.

Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio (102.000 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio è la variante più sportiva della SUV media del Biscione ma sa anche essere comoda nell’uso quotidiano. Il motore 2.9 ha una cilindrata relativamente contenuta rispetto alle rivali e nonostante la doppia sovralimentazione predilige gli alti regimi: peccato per il sound del V6 non cattivo quanto il resto della vettura.

Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 160 CV (da 52.500 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 160 CV (prezzi fino a 53.500 euro) – variante diesel “entry level” della Sport Utility italiana – è disponibile esclusivamente a trazione posteriore e ospita sotto il cofano un motore 2.2 turbodiesel da 160 CV e 450 Nm di coppia.

Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 190 CV (da 56.000 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 190 CV (prezzi fino a 66.200 euro) – variante a gasolio intermedia della crossover lombarda – monta un propulsore brioso (7,6 secondi sullo “0-100” e ricco di coppia (450 Nm) penalizzato da una cilindrata elevata che non aiuta a risparmiare sull’assicurazione RC Auto e da un’erogazione debole ai bassi regimi e poco virtuosa in allungo. Migliorabili anche i consumi e il comfort acustico.

Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 210 CV (da 66.200 euro)

L’Alfa Romeo Stelvio 2.2 Turbodiesel 210 CV (prezzi fino a 72.200 euro) non è solo la versione diesel più potente della Sport Utility tricolore ma anche la variante a gasolio che ci sentiamo di consigliare. Una Sport Utility potente, scattante (“0-100” in 6,6 secondi) e ricca di coppia (470 Nm) che non brilla alle voci “erogazione” e “consumi”. Anche in questo caso la cilindrata elevata non è di grande aiuto per risparmiare sull’assicurazione RC Auto.

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Alfa Romeo Stelvio: gli optional

La dotazione di serie dell’Alfa Romeo Stelvio andrebbe a nostro avviso arricchita con due optional fondamentali: il tetto panoramico apribile elettricamente (1.700 euro) e la vernice metallizzata (1.100 euro).

Sugli allestimenti Rosso EdizioneTiVeloceVeloce Ti e Quadrifoglio aggiungeremmo il sistema di allarme perimetrale e volumetrico (500 euro) mentre sulle varianti Business, Sprint ed Executive ci vorrebbe il Pack Driver Assistance Plus (2.200 euro, 1.000 per la Executive: Active Blind Spot Monitoring con cross path detection, specchio retrovisore interno elettrocromico, accensione automatica degli abbaglianti, specchi retrovisori esterni elettrocromici, Driver Attention Assist, Lane Keep Assist, Traffic Jam Assist, Highway Assist System, Intelligent Speed Control e Traffic Sign Recognition).

Alfa Romeo Stelvio usata

L’Alfa Romeo Stelvio è una delle SUV medie più amate dagli italiani e si trova senza problemi sul mercato dell’usato: bastano poco più di 21.000 euro per portarsi a casa una 2.2 Turbodiesel 180 CV a trazione posteriore del 2017 nell’allestimento Business.

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Fonte:

Come si installano i sensori di parcheggio in auto?

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I sensori di parcheggio sono praticamente i primi sistemi di assistenza alla guida installati sulle auto. Ormai da anni siamo abituati ai loro segnali sonori, che ci aiutano a parcheggiare in maniera praticamente perfetta, senza mai toccare il muro o un’altra macchina parcheggiata.

Il loro funzionamento tra l’altro è abbastanza semplice. Si tratta di sistemi in grado di inviarci un impulso sonoro man mano che ci si avvicina ad un ostacolo durante le manovre di parcheggio. Sono quindi dei dispositivi di grande aiuto in auto, che possono supportate il conducente ad effettuare ogni tipologia di manovra, anche quelle più difficili, negli spazi più angusti e ristretti che, senza sensori, diventano quasi impraticabili per la maggior parte degli automobilisti. Vediamo in particolare di che cosa si tratta e come si montano i sensori fai da te.

Sensori di parcheggio: oggi sempre più richiesti

Gli autoveicoli su strada sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni, questo è uno dei motivi per cui è diventato sempre più difficile riuscire a trovare un parcheggio libero e disponibile quando ci si sposta da casa, qualunque sia la meta (per non parlare dei centri urbani). Ecco perché le Case automobilistiche hanno studiato delle nuove tecnologie sempre più all’avanguardia, per poter supportare i conducenti di auto nelle manovre di parcheggio, rendendo più semplici anche quelle effettuate in angoli difficoltosi e stretti, all’interno dei quali il parcheggio senza sensori è praticamente impossibile con qualsiasi auto di medie dimensioni.

C’è da dire però che ancora oggi non tutte le auto sono dotate di sensori di parcheggio, soprattutto quelle più datate e quindi uscite dalla Casa madre senza questi dispositivi tecnologici. Ecco perché esistono dei sensori aftermarket, che si possono installare in un secondo momento. Vediamo insieme come procedere al montaggio autonomamente.

Montaggio sensori di parcheggio: che cosa serve

Per montare i sensori di parcheggio fai da te, questo è l’occorrente:

  • nastro adesivo;
  • un trapano;
  • un cacciavite;
  • filo di ferro o sondino da elettricista.

Quanto costano i sensori di parcheggio?

I kit segnalatori di parcheggio hanno dei prezzi differenti, che chiaramente cambiano a seconda della tipologia di modello scelto; si parte comunque da cifre alla portata di tutti, di circa 10 euro, fino ad arrivare anche a 200 euro. Si trovano nei negozi ricambi auto o online.

Come montare i sensori di parcheggio

I sensori di parcheggio sono segnalatori in grado di emettere poi delle onde ultrasoniche, una volta montati, e captare eventuali ostacoli vicini all’auto. Una volta che intercettano un ostacolo, i sensori mandano l’informazione alla scheda elettronica, che infatti è l’elemento portante che deve essere installato all’interno del veicolo. Le informazioni vengono poi elaborate e il controller emette dei suoni che segnalano la presenza di ostacoli al guidatore, durante le manovre di parcheggio.

Come procedere al montaggio fai da te:

  • fare quattro fori sul paraurti con il trapano;
  • aprire il bagagliaio e togliere il pannello delle luci di destra;
  • prendere filo della luce di retromarcia e farlo passare attraverso i fori appena fatti, fino a farlo arrivare nel bagagliaio;
  • collegare il cavo alla centralina dei sensori;
  • posizionare i sensori sui fori del paraurti, seguendo l’ordine indicato sulla centralina;
  • installare la centralina nel bagagliaio;
  • sistemare i fili sotto il pannello con la moquette.

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Fonte:

Che succede se prendi una multa in una città dove non sei mai stato?

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A diversi automobilisti è successo di ricevere la notifica di un verbale per un’infrazione riferita a un’automobile con la stessa targa ma rilevata in una città dove non erano mai stati. Sembra impossibile ma può accadere, spesso a causa di un semplice errore di rilevamento della targa oppure all’errata trascrizione di chi ha compilato il verbale.

A volte, però, può trattarsi anche di una vettura con una targa clonata, magari modificata utilizzando del nastro isolante oppure del bianchetto. Sono diversi i “furbetti” che attraverso questo stratagemma riescono a evitare multe, passando indenni a grande velocità davanti agli autovelox. Tale condotta, ovviamente considerata illecita dal Codice della Strada, può provare diverse spiacevoli sorprese ai malcapitati, i reali intestatari della vettura. Ecco come comportarsi di fronte a una situazione del genere.

Multa in una città dove non si è stati: cosa fare

Se arriva una multa comminata in una città o in un luogo dove non si è stati, lo strumento a cui ricorrere è il ricorso in autotutela: questo va presentato al comando che ha elevato la contravvenzione, chiedendo l’annullamento dell’atto in quanto illegittimo o infondato. Così facendo si chiede all’ente che ha emanato l’atto di riesaminarlo al fine di revocarlo oppure annullarlo in maniera definitiva.

L’autotutela consente di ottenere l’annullamento della multa senza affrontare le spese legali di un processo, perché può essere presentato in prima persona dal contribuente proprietario della vettura senza la necessità di rivolgersi a un avvocato. Per il ricorso in autotutela, però, bisogna avere elementi di prova certi e inconfutabili: chi lo presenta deve dimostrare che nel momento in cui è stata commessa l’infrazione, la sua auto non poteva in alcun modo trovarsi in quel luogo.

Per dimostrarlo si può allegare la fattura di un’officina se l’auto si trovava dal meccanico, l‘estratto conto del Telepass oppure il biglietto del parcheggio nel caso in cui il mezzo fosse in sosta magari nei pressi dell’ufficio dove si lavora. Nel presentare il ricorso, inoltre, è sempre bene allegare una copia del verbale di contravvenzione ricevuto e la copia di un documento di identità come la carta d’identità e il passaporto, oppure quella patente di guida del proprietario della vettura.

A chi presentare il ricorso in autotutela

Il ricorso in autotutela dopo aver ricevuto una multa per un’infrazione commessa in una città dove non si è stati, va presentato allo stesso comando di Polizia Municipale, Carabinieri o Polizia Stradale che ha emesso la contravvenzione. Allo stesso modo, bisogna inviare la domanda anche alla Prefettura, in quanto organo accertatore che può disporre l’archiviazione degli atti che non sono ancora usciti dalla propria sfera, come il preavviso di fermo compilato per errore.

Nel ricorso bisogna dichiarare che la multa è frutto di un errore materiale, oppure che in circolazione c’è un’automobile con una targa clonata o falsificata. Con il ricorso in autotutela si presenta domanda per archiviare il verbale.

Alternativa al ricorso in autotutela

La pratica di presentare il ricorso in autotutela non sospende automaticamente i termini per proporre ricorso al Prefetto o al Giudice di pace e nemmeno quelli per effettuare il pagamento. Se non si riceve risposta, bisogna trovare un’alternativa. Si hanno a disposizione 30 giorni dalla contestazione o dalla notifica del verbale per proporre il ricorso al Giudice di pace. Sono 60, invece, i giorni a disposizione a partire dalla contestazione o dalla notifica per proporre il ricorso al prefetto.

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F1 2021: Hamilton torna re a Silverstone

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Credits: Michael Regan/Getty Images

Il Mondiale F1 2021 è ufficialmente riaperto: come da noi previsto Lewis Hamilton si è aggiudicato il GP di Gran Bretagna con la Mercedes davanti a Charles Leclerc (Ferrari) e a Valtteri Bottas. Il tutto nonostante una penalità di 10 secondi per aver causato al primo giro l’incidente – piuttosto brutto, fortunatamente senza conseguenze – del rivale Verstappen.

Una gara anomala, quella di Silverstone: le qualifiche del venerdì (che hanno visto Hamilton ottenere il miglior tempo) hanno determinato la griglia della Sprint Race del sabato, una corsa di 100 km che oltre a stabilire la griglia dell’evento di oggi ha anche assegnato punti bonus ai primi tre classificati (3 a Verstappen, 2 a Hamilton e 1 a Bottas).

F1 Grand Prix of Great Britain

Credits: Mark Thompson/Getty Images

F1 Grand Prix of Great Britain

Credits: Michael Regan/Getty Images

F1 Grand Prix of Great Britain

Credits: Mark Thompson/Getty Images

F1 Grand Prix of Great Britain

Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

F1 Grand Prix of Great Britain

Credits: Mark Thompson/Getty Images

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Nel Gran Premio di Gran Bretagna abbiamo inoltre visto la migliore Ferrari della stagione: oltre al secondo posto di Leclerc (al comando fino a tre giri dalla fine) segnaliamo il sesto posto di Carlos Sainz Jr., penalizzato da un pit-stop troppo lungo.

Mondiale F1 2021 – GP Gran Bretagna: le pagelle

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Lewis Hamilton (Mercedes)

Un GP di Gran Bretagna ricco di alti e bassi quello di Lewis Hamilton: nella corsa di casa il sette volte campione del mondo F1 ha ottenuto il miglior tempo nelle qualifiche del venerdì ma è arrivato secondo nella Sprint Race perdendo contro Verstappen. Oggi al via ha faticato a superare il rivale olandese e alla Copse ha provocato l’incidente che ha messo fine alla gara del leader del Mondiale 2021: dopo la ripartenza in seguito alla bandiera rossa dietro a Leclerc, ha scontato i dieci secondi di penalità e dopo un’eccezionale rimonta nel finale si è preso il primo posto al 50° giro.

Un successo meritato arrivato dopo oltre due mesi di digiuno: 24 punti soffiati a Verstappen e un distacco nella graduatoria iridata che è ora di soli otto punti.

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Charles Leclerc (Ferrari)

Charles Leclerc – velocissimo per tutto il weekend del GP di Gran Bretagna – è scattato quarto a Silverstone ma è riuscito a superare Hamilton dopo l’incidente di Verstappen e, di conseguenza, a ripartire davanti a tutti dopo la bandiera rossa.

Il driver monegasco – al primo, meritatissimo, podio stagionale – è riuscito a rimanere in testa fino a tre giri dalla fine grazie a una gestione eccezionale delle gomme e a una guida pulita. Nel finale, però, ha potuto fare poco contro un Hamilton così veloce.

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Valtteri Bottas (Mercedes)

Terzo nelle qualifiche del venerdì, terzo nella Sprint Race di ieri, terzo al traguardo: il pilota finlandese a Silverstone ha portato a casa il terzo podio consecutivo e ha regalato alla Mercedes 16 punti utilissimi per il Mondiale Costruttori.

Valtteri Bottas ha faticato nella ripartenza post-bandiera rossa ed è riuscito a rientrare in “top 3” grazie anche alla lentezza dei meccanici FerrariMcLaren nel cambiare le gomme a Sainz Jr. e Norris.

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Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen – secondo in qualifica – ha conquistato la Sprint Race (e di conseguenza la pole position e tre punti) di Silverstone grazie a un’ottima partenza. Oggi è scattato di nuovo alla grandissima riuscendo a difendersi dagli attacchi di Hamilton ma è finito contro le barriere a una velocità molto elevata dopo un contatto con il rivale britannico (per lui dieci secondi di penalità).

Una corsa da dimenticare in un Mondiale F1 2021 improvvisamente riaperto.

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Mercedes

Dopo cinque GP a secco di successi la Mercedes è tornata a trionfare e a dominare.

Nel Gran Premio di Gran BretagnaSilverstone le monoposto della Stella hanno conquistato (grazie al primo e al terzo posto e ai punti bonus delle qualifiche sprint di ieri) 43 punti contro i tre della Red Bull. Risultati che hanno permesso di riaprire il Mondiale F1 2021 Piloti e anche quello riservato ai Costruttori.

Mondiale F1 2021 – I risultati del GP di Gran Bretagna

Prove libere 1

1 Max Verstappen (Red Bull) 1:27.035
2 Lando Norris (McLaren) 1:27.814
3 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:27.815
4 Charles Leclerc (Ferrari) 1:27.828
5 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:27.897

Qualifiche

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:26.134
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:26.209
3 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:26.328
4 Charles Leclerc (Ferrari) 1:26.828
5 Sergio Pérez (Red Bull) 1:26.844

Prove libere 2

1 Max Verstappen (Red Bull) 1:29.902
2 Charles Leclerc (Ferrari) 1:30.277
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:30.507
4 Esteban Ocon (Alpine) 1:30.707
5 Sergio Pérez (Red Bull) 1:30.800

Qualifiche sprint

1 Max Verstappen (Red Bull) 25:38.426
2 Lewis Hamilton (Mercedes) + 1,4 s
3 Valtteri Bottas (Mercedes) + 7,5 s
4 Charles Leclerc (Ferrari) + 11,3 s
5 Lando Norris (McLaren) + 24,1 s

Le classifiche
La classifica del GP di Gran Bretagna 2021
Lewis Hamilton (Mercedes) 1h58:23.284
Charles Leclerc (Ferrari) + 3,9 s
Valtteri Bottas (Mercedes) + 11,1 s
Lando Norris (McLaren) + 28,6 s
Daniel Ricciardo (McLaren) + 42,6 s
Classifica Mondiale Piloti
Max Verstappen (Red Bull) 185 punti
Lewis Hamilton (Mercedes) 177 punti
Lando Norris (McLaren) 113 punti
Valtteri Bottas (Mercedes) 108 punti
Sergio Pérez (Red Bull) 104 punti
Classifica Mondiale Costruttori
Red Bull-Honda 289 punti
Mercedes 285 punti
McLaren-Mercedes 163 punti
Ferrari 148 punti
AlphaTauri-Honda 49 punti

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In quali casi trainare un’auto può portare a una multa?

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Trainare la propria auto in avaria è sempre una spiacevole situazione: significa dover affrontare un problema alla vettura e attivarsi per spostarla da un punto all’altro. Non sempre è necessario chiamare il carro attrezzi per trainarla: si può fare anche con l’aiuto di un amico, attraverso mezzi di fortuna come una fune, una corda, dei cavi elastici oppure una catena.

Questo tipo di operazione, oltre a non essere semplice da effettuare, spesso e volentieri può non essere nemmeno lecita. Il Codice della Strada il più delle volte vieta trainare un’auto in maniera autonoma, senza rivolgersi al carro attrezzi. Facciamo chiarezza su cosa prevede la legge in merito al traino di veicoli in avaria.

Trainare un veicolo in avaria: quando si rischia la multa

L’articolo del Codice della Strada che parla del traino di un veicolo in avaria è il numero 165 e prevede che in caso incombente di situazione di emergenza, il traino di un veicolo da parte di un altro deve avvenire attraverso un solido collegamento tra i veicoli stessi. Il traino deve effettuarsi mediante aggancio con fune, catena, cavo, barra rigida o attrezzo analogo, purché idoneamente segnalati in modo tale da essere avvistati e risultare chiaramente percepibili da parte degli altri utenti della strada.

Nel corso delle operazioni di traino, il veicolo trainato deve inoltre mantenere attivato il dispositivo luminoso a luce intermittente. In mancanza di questa segnalazione, bisogna mantenere esposto sul lato rivolto alla circolazione il segnale di mobilità.

L’articolo 165 del Codice della Strada specifica che Il veicolo trainante, ove ne sia munito, deve mantenere attivato l’apposito dispositivo a luce gialla prescritto dal regolamento per i veicoli di soccorso stradale. Violare le disposizioni significa andare incontro a una sanzione amministrativa che va da un minimo di 85 euro a un massimo di 338 euro.

Auto da trainare: le modalità del traino

Del traino di una vettura si occupa anche l’articolo 63 del Codice della Strada secondo cui “Nessun veicolo può trainare o essere trainato da più di un veicolo, salvo ciò risulti necessario per l’effettuazione di trasporti eccezionali”.

Nell’articolo viene specificato, inoltre, che un autoveicolo può trainare un veicolo che non sia rimorchio se questo non è più atto a circolare per avaria o per mancanza di organi essenziali. La solidità dell’attacco, le modalità del traino, la condotta e le cautele di guida devono rispondere alle esigenze di sicurezza della circolazione. Anche in questo caso, per chi non rispetta la legge, la contravvenzione minima è di 85 euro, mentre si sale fino a 338 euro per la sanzione amministrativa massima.

Come comportarsi per trainare un’auto in panne

In definitiva, stando a quanto riferito negli articoli numero 165 e numero 63 del Codice della Strada, trainare una vettura senza ricorrere all’intervento di un carro attrezzi non è consentito, tranne nella situazione in cui il veicolo è in panne.

Nel caso in cui la vettura in panne debba essere trainata, bisogna fare attenzione con molta cura al collegamento con l’altra auto che fa da traino. I collegamenti devono essere estremamente solidi e mai improvvisati: per questo si tratta di un’operazione tutt’altra che semplice da effettuare. Molto importante, inoltre, provvedere a segnalare adeguatamente il veicolo da trainare a tutti gli altre utenti della strada, attraverso le luci intermittenti oppure il segnale mobile. Trainare un veicolo in avaria, infine, è consentito su tutte le strade, eccezion fatta per le autostrade e per le strade extraurbane.

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Quali sono e in cosa consistono i costi fissi di un’automobile?

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Prima di comprare un’auto nuova, qualsiasi modello esso sia, è importante valutare sin da subito quali saranno i costi di manutenzione del veicolo da affrontare. Non basta infatti considerare solo il prezzo d’acquisto del mezzo, ma anche tutte le spese che poi incideranno sul proprio budget durante il ciclo di vita dell’auto.

Ci sono dei costi fissi e degli altri variabili, in questo articolo cerchiamo di spiegare quali sono gli aspetti più importanti a cui fare attenzione.

Costi di manutenzione dell’auto: quali sono

I costi di manutenzione dell’auto si dividono in fissi e di esercizio. I costi fissi ovviamente possiamo calcolarli prima, quelli variabili no, ma possiamo fare delle stime. Intanto possiamo fare un elenco di alcuni dei principali costi da considerare per la manutenzione di un veicolo:

  • costi fissi, prezzo di listino dell’automobile, costi di manutenzione (revisione, tagliando e altri);
  • ammortamento, ogni giorno che passa qualsiasi mezzo perde valore, man mano. In genere l’ammortamento che si considera su un veicolo è di circa il 10% all’anno. Per le vetture più datate chiaramente la percentuale è più bassa, mentre ovviamente per i veicoli nuovi più elevata, infatti la maggior perdita di valore del mezzo si registra nei primi anni di vita;
  • ci sono anche da considerare i costi di un eventuale leasing, si pagano le rate mensili in questo caso;
  • la revisione è un costo da affrontare ogni due anni (la prima deve essere fatta dopo 4 anni dall’immatricolazione);
  • il bollo auto, si paga ogni anno;
  • il tagliando;
  • le cure regolari tra cui cambio olio, lavaggio, ecc;
  • il costo dell’assicurazione, di norma si paga un premio annuale Rc Auto;
  • costi di esercizio, carburante (che dipende se si tratta di gasolio, benzina, gpl, metano o auto elettrica) e manutenzione, in base a quanto si viaggia e si usa l’automobile;
  • cambio gomme, in genere gli pneumatici dovrebbero essere sostituiti ogni 30.000 chilometri di percorrenza, è necessario considerare anche il cambio gomme estive/invernali e eventuali costi di deposito del treno di pneumatici non utilizzati;
  • servizi di assistenza per il veicolo e eventuali riparazioni, chiaramente non possono essere preventivati eventuali problemi e/o danni al mezzo e nemmeno le spese necessarie per ripristinare l’esatto funzionamento dell’auto.

Attenzione: ovviamente i costi di manutenzione di un veicolo, come anche il prezzo di listino, cambiano anche di molto a seconda del modello di vettura che si intende comprare. Come abbiamo detto infatti, prima di comprare la macchina nuova, non bisogna fare il calcolo della spesa solo considerando il costo di acquisto, ma anche le spese per la manutenzione dell’auto stessa.

Non dimenticate oltretutto che anche la cifra che si paga per il bollo auto, il tagliando e la revisione dipende dal modello di auto in possesso, e non solo. Le variabili da tenere in considerazione quindi prima di cambiare macchina e comprarne una nuova sono davvero molte. È fondamentale fare un calcolo che comprende il costo di acquisto, le spese obbligatorie per legge, e quindi revisione e bollo auto, oltre al cambio gomme e all’assicurazione, senza le quali si rischia una multa molto alta, oltre alla perdita dei punti della patente e, in alcuni casi, anche il fermo del veicolo.

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Quali sono le regole per guidare bene in una rotonda?

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Le rotatorie sono state realizzate per rendere il traffico stradale più sicuro e per eliminare molti semafori (dove possibile), i più odiati dagli automobilisti. L’unico problema è che il funzionamento delle rotonde non è proprio chiaro a tutti, vediamo di spiegare come bisognerebbe affrontarle in sicurezza.

L’utilità delle rotatorie su strada

Il fattore primario per cui sono state create le rotonde è senza alcun dubbio la sostituzione dei semafori agli incroci, l’utilità delle rotonde è per questo motivo innegabile. La rotatoria infatti permette di affrontare con maggiore velocità alcuni incroci, consente allo Stato di risparmiare nelle spese di manutenzione e energia e soprattutto è pratica per gli automobilisti e tutti gli utenti della strada, che non devono stare ad aspettare che scatti il verde.

Come funzionano le rotatorie in Italia

La maggior parte dei patentati in Italia oggi è rappresentata da automobilisti che hanno conseguito la loro patente di guida nel momento in cui ancora nel nostro Paese non erano così tanto diffuse le rotonde, per questo erano trascurate quando si studiava a scuola guida e quindi non è chiaro a tutti il loro funzionamento. Anche il Codice della Strada infatti, in realtà, ancora oggi non prevede una normativa specifica a riguardo.

Prima cosa da sapere, vi sono due tipologie di rotatorie:

  • quelle cosiddette all’italiana, in cui la precedenza è di chi viene da destra e quindi le auto all’interno della rotonda devono darla a coloro che vi si immettono (sono quelle anticipate semplicemente dal segnale stradale che indica la rotatoria);
  • le rotonde all’europea, in queste invece la precedenza è di coloro che stanno già percorrendo la rotatoria e quindi vi si trovano all’interno. Questo significa quindi che tutti gli altri utenti che si devono immettere devono rallentare oppure fermarsi, se la rotonda non è sgombra. Come si riconoscono? Oltre al segnale di rotatoria è presente in questo caso anche quello che indica l’obbligo di dare la precedenza.

Come usare gli indicatori di direzione

Secondo quanto chiarito dal Ministero dei Trasporti, è necessario usare la freccia a sinistra quando ci si immette nella rotatoria mentre quella a destra per uscire dalla rotonda stessa. Mentre si percorre la rotonda invece non bisogna utilizzare gli indicatori di direzione, in genere la freccia va messa una volta superata l’uscita precedente a quella che ci interessa e per cambiare eventualmente corsia nelle rotatorie più grandi, che ne prevedono più di una.

Come percorrere le rotatorie con più di una corsia

Quando gli automobilisti affrontano le rotonde con più di una corsia, allora la questione può diventare più complicata. La cosa più difficile da capire è quale corsia impegnare e come spostarsi. La regola dice che bisogna occupare la corsia più a destra, ma quando le corsie sono due o più e si esce dalla rotatoria a una delle ultime uscite, allora è possibile anche tenere occupata nel frattempo una delle corsie centrali o anche quella più a sinistra.

Per uscire dalla rotonda, lo spostamento verso la corsia più esterna deve avvenire in modo graduale, in sicurezza e soprattutto deve essere segnalato con anticipo usando le frecce. È chiaro che per ogni tipo di manovra che viene effettuata nella rotonda bisogna usare la massima cautela e attenzione, per non tagliare la strada a nessun altro utente e veicolo e segnalando gli spostamenti con anticipo.

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Auto e inquinamento acustico: tutte le regole del Codice della Strada

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I rumori provocati dai veicoli che viaggiano su strada sono responsabili di quello che possiamo definire inquinamento acustico. Il Codice della Strada, all’articolo 155, prescrive le norme per la limitazione dei rumori.

Limitazione dei rumori: cosa dice la legge

Secondo quanto scritto nel Codice della Strada, i veicoli, durante la loro circolazione, dovrebbero evitare di emettere qualsiasi tipologia di rumore molesto, che può essere causato sia dal modo di guidare i veicoli stessi, soprattutto per quanto riguarda chiaramente i mezzi a motore, sia dal modo in cui viene per esempio sistemato un eventuale carico, ma anche da altri atti connessi con la circolazione stessa.

Quando viene prescritto per legge il dispositivo silenziatore, il veicolo lo deve possedere e il possessore deve prestare attenzione al fatto che sia sempre tenuto in buone condizioni di efficienza e non deve mai essere alterato. Se a bordo di un’auto o altro veicolo si usano apparecchi di riproduzione sonora oppure strumenti radiofonici, è importante che non vengano mai superati i limiti sonori massimi di accettabilità che sono fissati dal regolamento.

Secondo quanto prescritto dalla normativa vigente, tutti i dispositivi di allarme acustico antifurto installati sui veicoli “devono limitare l’emissione sonora ai tempi massimi previsti dal regolamento e, in ogni caso, non devono superare i limiti massimi di esposizione al rumore fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991”. Se un soggetto viola le disposizioni dell’articolo 155 del Codice della Strada in ambito di limitazioni dei rumori, allora rischia la sanzione amministrativa del pagamento di una multa che va da un minimo di 42 a un massimo di 173 euro.

Quali sono i disturbi più comuni dovuti all’inquinamento acustico

Secondo alcune ricerche recenti, molti disturbi del sonno sono collegati all’inquinamento acustico e quindi più frequenti nelle persone che vivono in città molto rumorose, lo stesso vale per ipertensione, ictus, infarti e altre malattie.

I volumi molto alti infatti possono incidere sulla salute dell’uomo, sul benessere fisico, mentale e sociale. Si possono verificare danni fisici uditivi ed extrauditivi. I primi portano una diminuzione dell’udito causata dal rumore, irreversibile e con vari sintomi, i secondi invece si manifestano nel nostro organismo, come pressione alta, frequenza respiratoria, disturbi all’apparato, alterazioni al sistema nervoso, stress, accelerazione del ritmo cardiaco, ecc.

Inquinamento acustico: il traffico su strada

Il rumore può provenire da varie sorgenti, tra cui anche il traffico stradale, ferroviario e aereo, che è sicuramente la principale forma di disagio per i cittadini, coinvolge infatti la maggior parte della popolazione. Tra i rumori più acuti ci sono le segnalazioni acustiche, l’attrito degli pneumatici sulla strada o delle ruote dei tram sulle rotaie, il rombo del motore, le azioni dinamiche tra carrozzeria e aria.

Inquinamento acustico: come si misura

È possibile misurare l’inquinamento acustico si attraverso i fonometri, strumenti in grado di rilevare il livello di pressione sonora alle varie frequenze, andando a ricavare un valore che considera la diversa sensibilità dell’orecchio umano a queste ultime. Un indicatore che descrive questo problema ambientale è dato dalla popolazione esposta al rumore. All’interno di questa categoria rientra la fascia di popolazione che è costretta a sopportare continui livelli equivalenti di rumore che superano i 65 decibel nel periodo diurno, e i 55 decibel invece durante il periodo notturno.

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Revisione scaduta e coronavirus: tutte le proroghe

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Come si concilia la revisione scaduta con l’emergenza coronavirus? Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato un elenco con tutte le proroghe per le diverse categorie di veicoli immatricolati in Italia previste dalle ultime norme nazionali e dall’Unione Europea. Scopriamolo insieme.

Revisione scaduta e coronavirus: le proroghe per i veicoli di categoria M, N, O3 e O4

I veicoli di categoria M sono quelli con almeno quattro ruote riservati al trasporto persone (automobili, autocaravan, autobus, etc…).

I veicoli di categoria N sono quelli con almeno quattro ruote riservati al trasporto merci (camion, autoarticolati, etc…).

I veicoli di categoria O3 e O4 sono i rimorchi con massa massima superiore a 3,5 t.

Questi veicoli se hanno la revisione scaduta nel mese di settembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 luglio 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di ottobre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 agosto 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di novembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 settembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di dicembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 ottobre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di gennaio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 novembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di febbraio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 dicembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di marzo 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 gennaio 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di aprile 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 28 febbraio 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di maggio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 marzo 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di giugno 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 aprile 2022.

Revisione scaduta e coronavirus: le proroghe per i veicoli di categoria L, O1 e O2

I veicoli di categoria L sono le moto, i ciclomotori e le minicar.

I veicoli di categoria O1 e O2 sono i rimorchi con massa massima inferiore a 3,5 t.

Per i veicoli immatricolati in Italia appartenenti a queste categorie non ci sono proroghe applicabili perché quelle previste dalle precedenti norme nazionali sono scadute.

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Fiat Panda: modelli, prezzi, dotazioni e foto

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Se non ci fosse bisognerebbe inventarla: recitava così la pubblicità della Fiat Panda di qualche anno fa. Oggi la terza generazione della citycar torinese – nata nel 2011, sottoposta a un restyling nel 2020 e disponibile a trazione anterioreintegrale – è cresciuta nelle dimensioni, nel numero di porte e nelle immatricolazioni ed è diventata l’auto più amata dagli italiani.

In questa guida all’acquisto della Fiat Panda vi mostreremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino della “segmento A” piemontese sviluppata sullo stesso pianale della 500prezzimotori, accessori, prestazionipregidifetti e chi più ne ha più ne metta.

Le foto della Fiat Panda

Fiat Panda: le caratteristiche principali

La terza serie della Fiat Panda è una citycar che presenta alti e bassi alla voce praticità: se è vero che i passeggeri posteriori hanno tanti centimetri a disposizione delle spalle e della testa è altrettanto vero che lo spazio nella zona delle gambe non è molto.

La “segmento A” torinese è inoltre omologata solo quattro posti (i cinque posti sono optional tranne che sulla variante a GPL) e diverse rivali offrono un bagagliaio più capiente.

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Fiat Panda: gli allestimenti

Gli allestimenti della terza generazione della Fiat Panda sono sei: “base”, City LifeWildSportCity CrossCross.

Fiat Panda

La dotazione di serie della Fiat Panda “base” comprende:

  • Telecomando
  • Predisposizione radio no dab
  • Luce vano bagagli
  • Clima manuale
  • Airbag frontali/laterali protezione testa
  • Appoggiatesta anteriori anticolpo di frusta
  • ESC con Hill Holder
  • Volante guida regolabile
  • Servosterzo elettrico DualDrive
  • Alzacristalli anteriori elettrici
  • Chiusura centralizzata
  • Paraurti in tinta
  • Sensore temperatura esterna
  • Sensore pressione pneumatici

Fiat Panda City Life

La Fiat Panda City Life – un po’ cara – costa 950 euro più della “base” a parità di motore e aggiunge:

  • Cerchi in lamiera da 15″ bicolore
  • Fasce laterali
  • Look specifico (paraurti, codolini e minigonne)
  • Barre portatutto longitudinali
  • Radio Uconnect Mobile DAB
  • Comandi al volante

Fiat Panda Wild

La Fiat Panda Wild – disponibile esclusivamente 4×4 – aggiunge alla dotazione della City Life:

  • Paraurti con Skid plate
  • Cerchi in acciaio nero da 15″
  • Trazione 4×4 (ESC + ASR/MSR, HBA + Hill Holder + blocco differenziale ELD)
  • Appoggiatesta posteriori

Fiat Panda Sport

La Fiat Panda Sport – conveniente ma povera – è l’allestimento che ci sentiamo di consigliare. Costa 800 euro più della City Life a parità di motore e aggiunge:

  • Cerchi in lega da 16″ dedicati
  • Radio 7″ Touchscreen con Apple CarPlay e Android Auto
  • Esterni specifici (logo Sport, fanali neri)
  • Interni specifici (fascia plancia titanio, dettagli rossi sellerie, imperiale nero)
  • Retrovisori in tinta carrozzeria
  • Maniglie porta in tinta carrozzeria

Mancano però le fasce laterali e le barre portatutto longitudinali.

Fiat Panda City Cross

La Fiat Panda City Cross, povera ma con un prezzo interessante, costa 1.600 euro più della City Life a parità di motore e aggiunge:

  • Climatizzatore automatico
  • Radio 7″ Touchscreen con Apple CarPlay e Android Auto
  • Esterni Cross look (skid plate e fasce con logo Cross)
  • Interni specifici (fascia plancia argento e sellerie con inserti in soft touch e cuciture silver)
  • Fendinebbia
  • Luci diurne LED
  • Mobiletto attrezzato tunnel centrale (solo per 4×4)
  • Trazione 4×4 (solo per 4×4)
  • Drive Mode Selector (Hill descent control) solo per 4×4
  • Airbag anteriori laterali (solo per 4×4)
  • Appoggiatesta posteriori (solo per 4×4)

Fiat Panda Cross

La Fiat Panda Cross – ricca ma cara – costa 800 euro più della City Cross a parità di motore e aggiunge:

  • Esterni specifici (finitura silver per Skid plates, barre longitudinali e modanature laterali e ganci traino rossi)
  • Interni specifici (plancia “Woody” e sellerie in ecofilato)
  • Sensori parcheggio posteriori
  • Retrovisori in tinta carrozzeria
  • Specchi esterni elettrici e sbrinabili
  • Volante in soft touch
  • Sedile guida regolabile in altezza

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Fiat Panda: modelli e prezzi di listino

Di seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni della Fiat Panda. La gamma motori della terza generazione della citycar torinese è composta da quattro unità:

  • un 0.9 turbo bicilindrico benzina TwinAir da 85 CV
  • un 1.2 a GPL da 69 CV
  • un 0.9 turbo bicilindrico metano TwinAir Natural Power da 70 CV
  • un 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV

Fiat Panda TwinAir Turbo (da 17.500 euro)

La Fiat Panda TwinAir Turbo (prezzi fino a 19.900 euro) – disponibile esclusivamente a trazione integrale – è la versione a benzina della “segmento A” piemontese. L’agilità nelle curve non è il suo punto di forza.

Fiat Panda EasyPower (da 15.000 euro)

La Fiat Panda EasyPower (prezzi fino a 18.350 euro) – variante a GPL dell’auto più amata dagli italiani – è una citycar comoda, potente (69 CV), ricca di coppia (102 Nm) e in grado di regalare una buona spinta ai bassi regimi. Il motore 1.2 ha una cilindrata elevata rispetto alla concorrenza – non una buona notizia per chi intende risparmiare sull’assicurazione RC Auto – e non brilla alla voce “consumi” ma si riscatta con uno scatto interessante: da 0 a 100 km/h in 14,5 secondi.

Fiat Panda Natural Power (da 17.200 euro)

La Fiat Panda Natural Power (prezzi fino a 19.600 euro) è la variante a metano della “segmento A” leader del mercato e ospita sotto il cofano un motore 0.9 turbo bicilindrico TwinAir a metano da 70 CV e 135 Nm di coppia.

Fiat Panda Hybrid (da 13.900 euro)

La Fiat Panda Hybrid (prezzi fino a 17.250 euro) – versione mild hybrid benzina della citycar regina delle immatricolazioni – monta un motore 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV e 92 Nm di coppia.

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Fiat Panda: gli optional

La dotazione di serie della terza generazione della Fiat Panda andrebbe a nostro avviso arricchita con la vernice metallizzata (600 euro). Sulle versioni “base”, City LifeSport aggiungeremmo i fendinebbia (275 euro) e il Pack Comfort (220 euro: sedile guida regolabile in altezza, maniglie appiglio post. e ant. lato passeggero, portaocchiali lato guida e cinture regolabili in altezza).

Sulla Wild ci vorrebbero i fendinebbia e la frenata automatica (260 euro). Quest’ultimo accessorio starebbe bene anche sulla City Cross insieme al Pack Comfort e sulla Cross in abbinamento al Pack Style (450 euro: ruote in lega 15″ opaca e vetri privacy).

Fiat Panda 4×4

La Fiat Panda 4×4 – variante a trazione integrale della terza serie della citycar torinese – è disponibile esclusivamente a benzina ed è spinta da un motore 0.9 turbo bicilindrico TwinAir da 85 CV. Tre gli allestimenti: Wild, City Cross e Cross.

Fiat Panda usata

La terza serie della Fiat Panda è facilissima da trovare di seconda mano: stiamo d’altronde parlando dell’auto più venduta in Italia. Per una Natural Power Easy a metano del 2012 bastano meno di 4.500 euro.

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