Monthly Archives: Luglio 2015

Emil Jellinek: il padre della Mercedes

Emil Jellinek può essere considerato il “padre” della Mercedes: se la Casa della Stella ha questo nome deve, infatti, ringraziare la figlia di questo imprenditore e diplomatico austro-ungarico. Scopriamo insieme la sua storia.Emil Jellinek, la biografiaEmil Jellinek nasce a Lipsia (Germania) il 6 aprile 1853. Figlio di un rabbino austriaco, si trasferisce a Vienna poco dopo la nascita. Nel 1870 trova lavoro in un’azienda ferroviaria della Moravia ma viene licenziato  nel 1872 quando i suoi responsabili scoprono che organizza corse clandestine tra treni. Nello stesso anno la famiglia si trasferisce in Francia e grazie alla raccomandazione del padre trova un posto come diplomatico in Marocco.Nel 1874 torna a Vienna per svolgere il servizio militare ma dopo essere stato scartato in quanto non idoneo diventa viceconsole austro-ungarico a Orano (in Algeria), dove si occupa anche di commerciare tabacco in Europa. Nel 1881 ritorna temporaneamente in Austria per aprire un ufficio della compagnia assicurativa Aigle e vi si stabilisce nel 1884.Nasce MercedesIl 16 settembre 1889 nasce Mercedes Jellinek: Emil, molto scaramantico, userà il nome della sua prima figlia per tutte le sue attività. Quattro anni più tardi, dopo essere rimasto vedovo, accumula un’ingente fortuna grazie all’attività di assicuratore: si sposta a Nizza e lì entra in contatto con l’aristocrazia che bazzica la Costa Azzurra e con il mondo delle automobili.Diventa rivenditore di veicoli a quattro ruote, nel 1896 si reca a Stoccarda per visitare gli stabilimenti della DMG (Daimler Motoren Gesellschaft) e per conoscere Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach e due anni più tardi viene nominato importatore ufficiale per la Francia del marchio teutonico.Nasce la MercedesNel 1899 Emil Jellinek inizia a gareggiare nel sud della Francia con auto DMG per far conoscere il marchio al pubblico facoltoso e l’anno dopo, in seguito alla morte di Gottlieb Daimler, convince i vertici della Casa tedesca a continuare ad impegnarsi nelle corse.Commissiona a Maybach (offrendogli 550.000 marchi) il progetto di un’auto da gara dotata di baricentro basso, di passo lungo e di carreggiate allargate e si impegna ad acquistare 36 esemplari di questo modello, chiamato Mercedes 35PS. La vettura, contraddistinta da un propulsore 5.9 a quattro cilindri da 35 CV, si rivela rapida e competitiva: il successo più importante arriva nel 1903 quando il belga Camille Jenatzy conquista al volante di una 65PS (evoluzione della 35: motore 9.3 da 65 CV) la Coppa Gordon Bennett in Irlanda.Gli ultimi anniIn occasione dello scoppio della Prima Guerra Mondiale Emil Jellinek si rifugia in Francia ma viene arrestato per spionaggio a favore della Germania. Nello stesso periodo gli austro-ungarici (alleati dei tedeschi) accusano la moglie di spionaggio a favore della Francia. Nel 1917 viene rilasciato, si trasferisce in Svizzera – più precisamente a Ginevra – e lì perde la vita il 21 gennaio 1918.

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Fiat 500 C restyling: il primo esemplare (personalizzato) all’asta

La Fiat 500 C restyling sarà la protagonista di un’asta di beneficenza in occasione di “I Defend Gala 2015”: prima edizione della serata benefica – in programma oggi, giovedì 16 luglio, nella splendida cornice del Tunnel Riva a Monte Carlo – i cui proventi sosterranno il “Robert F. Kennedy Human Rights Europe”, organizzazione che si batte per i diritti umani.Il primo esemplare della baby cabriolet torinese recentemente aggiornata (una 1.2 Lounge di colore Bianco Gelato) è stato modificato da Stefano Conticelli – artigiano umbro specializzato nella lavorazione della pelle e del cuoio – e si distingue dal modello di serie per la personalizzazione esterna in pelle di vitello (trattata per resistere agli agenti atmosferici) in colore miele naturale presente sui passaruota, sui gruppi ottici anteriori e posteriori, sul baffo cromato e sul cestino da picnic applicato sul portellone posteriore.Le calotte degli specchietti retrovisori rivestite in mogano della Fiat 500 C restyling che verrà battuta all’asta, il profilo turchese delle applicazioni e la linea che corre sotto i finestrini sono invece un omaggio ai mitici motoscafi Riva.


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Mercedes Classe V by Vath

Se a qualcuno non dovesse andar bene la potenza della nuova Mercedes Classe V e volesse metter e un po’ di pepe alla grande monovolume di lusso della Stella, Vath ha la soluzione.A colpi di riprogrammazione della centralina porta infatti la Mercedes V250 CDI molto oltre i 200 CV, aumentando anche la coppia.Upgrade da 225 CV e 500 Nm di coppiaLa cavalleria totale raggiunta dopo l’upgrade del 2.2 turbodiesel innalza la potenza del propulsore da 190 CV iniziali fino a 225 CV facendo salire la coppia a 500 Nm (da 440 Nm).Ma il tuning di Vath per la Calsse V non è solo una questione di potenza.Inoltre Vath offre un nuovo set di molle sportive che ribassano l’altezza da terra di 25 mm e di nuovi cerchi da 20 pollici.I prezziIl prezzo della riprogrammazione della centralina ammonta a poco più di 1.000 euro mentre le nuove molle delle sospensioni costano 566 euro. I cerchi con i quattro pneumatici inclusi, infine, vengono offerti a 2.975 euro.

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Porsche 991 GTR Carbon by TopCar

La fibra di carbonio, ormai, è diventata sinonimo di esclusività, performance elevate e stile racing, apparendo sempre su più vetture in circolazione.Molti tuner, o quasi tutti, utilizzano questo materiale oltre che per migliorare l’estetica delle vetture e l’aerodinamica, anche per risparmiare sui pesi e quindi migliorare le prestazioni.Tutta in carbonioÈ questo il caso della nuova Porsche 911 GTR Carbon Edition elaborata da TopCar e realizzata per il 90% proprio da fibra di carbonio che compone 24 dei pannelli della carrozzeria.Inserti in Oro 24 carati…Questo tuning è elaborato sulla base della 911 Turbo S, equipaggiata con il 3.8 sei cilindri boxer da 560 CV. Questa versione speciale Carbon di TopCar poggia su ruote ADV.1 forgiate e all’interno dell’abitacolo sfoggia dettagli in oro da 24 carati combinati con pelle Nappa e inserti in carbonio per conformarsi alla carrozzeria.Prezzo salato…Il costo di questo kit di TopCar per la Porsche 911 Turbo S ammonta a a 64.000 euro, più 10.000 euro per il montaggio, per un totale, vettura inclusa, di 290.000 euro.

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Camp Jeep 2015: le foto del raduno europeo delle 4×4 "yankee"

Il Camp Jeep 2015, il più importante raduno europeo dedicato alle SUV e alle fuoristrada della Casa statunitense, si è tenuto dal 10 al 12 luglio a Montalieu-Vercieu, paesino situato nella regione francese del Rhône-Alpes. L’evento – gestito dal JOG (Jeep Owners Group), unico club ufficiale del marchio già attivo in 17 Paesi dell’area EMEA – ha visto la presenza di quasi 2.000 partecipanti provenienti da 25 nazioni e di circa 350 4×4 “yankee”.Una cornice mozzafiato, perfetta per il fuoristrada estremo, nella quale gli appassionati del brand a stelle e strisce hanno potuto affrontare quattro percorsi off-road piuttosto impegnativi. In occasione del raduno Camp Jeep 2015 è stato inoltre possibile ammirare tre modelli storici – una CJ-2A (versione civile della mitica Willys MB del 1941) e due esemplari della CJ Levi’s realizzata 40 anni fa in collaborazione con il brand di abbigliamento californiano – e tre showcar firmate Mopar: la Wrangler Unlimited “Night Rock”, la Wrangler Rubicon “Dark Side” e la Renegade “Hard Steel”.


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Mitsubishi, la storia a quattro ruote

La Mitsubishi è una delle più grandi multinazionali giapponesi: attiva dal 1870, copre oggi tantissimi settori industriali (metallurgia, chimica, finanza, elettronica, etc…) e non tutti sanno che possiede anche diversi brand molto noti in Italia come Nikon (macchine fotografiche) e Kirin (birra).Questo colosso nipponico ha iniziato ad occuparsi di automobili nel 1917 – prima di qualsiasi altro costruttore del Sol Levante – e ha saputo conquistare il pubblico grazie a vetture tecnologicamente innovative e ricche di sostanza (specialmente nel segmento delle SUV) e ai successi sportivi ottenuti nel WRC e alla Dakar. Scopriamo insieme la storia a quattro ruote del marchio dei “tre diamanti”.Mitsubishi, la storia a quattro ruoteLa Mitsubishi, colosso giapponese impegnato dal 1870 in tre settori chiave (costruzioni navali, finanza e miniere), decide di cimentarsi nel mondo delle quattro ruote costruendo nel 1917 la prima automobile nipponica di serie di sempre. La Model A, ispirata alla Fiat Tipo 3, è dotata di un motore 2.8 a quattro cilindri da 36 CV: piuttosto costosa da produrre per via dell’assemblaggio artigianale, viene realizzata in soli 22 esemplari.Addio (temporaneo) alle autoNel 1921 la Casa nipponica abbandona le auto per concentrarsi sui veicoli industriali: la PX33 creata per l’esercito giapponese nel 1936 è il primo veicolo del Sol Levante a trazione integrale. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli stabilimenti vengono pesantemente bombardati ma l’azienda si risolleva nel 1953 grazie ad un accordo siglato con la Willys-Overland per la produzione su licenza della Jeep CJ3B.Gli anni Sessanta e SettantaLa Mitsubishi torna a produrre automobili nel 1960: la prima è la 500, dotata al lancio di un propulsore bicilindrico da 0,5 litri e 20 CV. Nel corso degli anni Sessanta il brand nipponico realizza vetture sempre più grandi fino ad arrivare, nel 1969, alla Galant: una compatta lunga poco più di quattro metri disponibile in tre varianti di carrozzeria (berlina a due o quattro porte e station wagon).Nel 1970 la divisione automobilistica Mitsubishi diventa più indipendente (nasce la Mitsubishi Motors) e l’anno seguente – grazie ad un accordo con Chrysler (che prevede la cessione del 15% dell’azienda al colosso “yankee”) – le prime Galant vengono vendute negli USA con il nome Dodge Colt. Risale invece al 1976 la tecnologia Silent Shaft: un sistema brevettato che riduce le vibrazioni sui motori a quattro cilindri e che viene venduto a Fiat, Porsche e Saab.Il mito PajeroNel 1982 – anno in cui Mitsubishi sbarca ufficialmente negli States – nasce la SUV (anche se sarebbe meglio chiamarla fuoristrada) Pajero. Il modello più famoso della Casa giapponese inizia a farsi conoscere nel 1985 quando diventa la prima vettura non europea ad aggiudicarsi la Dakar (più precisamente la Parigi-Algeri-Dakar, al volante il francese Patrick Zaniroli).Gli anni ’90Gli anni Novanta sono il periodo più ricco di soddisfazioni per il marchio del Sol Levante: nel 1990 gli ingegneri Mitsubishi inventano il controllo della trazione e realizzano la sportiva 3000 GT (dotata di un motore 3.0 V6 a doppia sovralimentazione da 286 CV) mentre l’anno successivo viene firmato un accordo con la Volvo per produrre in Olanda una berlina (la Carisma, nata nel 1995 e realizzata sullo stesso pianale della S40). Nel biennio 1992-1993 arrivano due vittorie consecutive alla Dakar con i transalpini Hubert Auriol (Parigi-Sirte-Città del Capo) e Bruno Saby.Tra il 1996 (anno di debutto del motore GDI ad iniezione diretta di benzina) e il 1999 la berlina Mitsubishi Lancer domina nel WRC: quattro Mondiali Piloti consecutivi con il finlandese Tommi Mäkinen e un titolo Costruttori nel 1998 con la Evolution V. Nello stesso periodo arrivano due trionfi alla Dakar: nel 1997 alla Dakar-Agades-Dakar con il giapponese Kenjiro Shinozuka (primo driver non europeo a trionfare nel rally raid più famoso del mondo) e nel 1998 – anno di lancio della piccola Sport Utility Pajero Pinin realizzata in collaborazione con Pininfarina e assemblata anche in Italia – con il francese Jean-Pierre Fontenay.Il terzo millennioIl 2000 si apre con un’alleanza con DaimlerChrysler  – terminata nel 2004 – che porta alla realizzazione di numerosi progetti comuni ma gli anni Duemila sono contraddistinti soprattutto dalle sette vittorie consecutive alla Dakar: 2001 con la tedesca Jutta Kleinschmidt, 2002 (Arras-Madrid-Dakar) con il giapponese Hiroshi Masuoka (che trionfa anche nel 2003 alla Marsiglia-Sharm el-Sheikh), 2004 (Clermont-Ferrand-Dakar), 2005 (Barcellona-Dakar) e 2007 (Lisbona-Dakar) con il transalpino Stéphane Peterhansel e 2006 (Lisbona-Dakar) con il connazionale Luc Alphand.Nel 2005 viene siglato un accordo tra Mitsubishi e PSA Peugeot Citroën: nascono la seconda generazione della SUV Outlander (gemella di C-Crosser e 4007), la citycar elettrica i-MiEV del 2009 (identica alla C-Zero e alla iOn) e la ASX del 2010 (sorella della C4 Aircross).La vettura della Casa dei tre diamanti più interessante tra quelle presenti nella gamma attuale è invece la Outlander PHEV, una Sport Utiility ibrida plug-in a benzina che dichiara consumi pari a 52,6 km/l.

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Honda Civic Tourer 1.6 i-DTEC: la prova della station wagon compatta giapponese

La Honda Civic Tourer è una delle station wagon compatte più versatili in circolazione: ha un bagagliaio immenso molto sfruttabile e regala prestazioni particolarmente vivaci.Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di analizzare i pregi e i difetti della versione più costosa: la 1.6 i-DTEC Lifestyle Navi ADAS. La vettura del nostro test è ancora Euro 5 ma da qualche giorno sono già disponibili in concessionaria – allo stesso prezzo – le varianti che rispettano la normativa antiinquinamento Euro 6. Scopriamo insieme come va la familiare giapponese.

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Standard Ten (1954): l’utilitaria di sua maestà

La Standard Ten del 1954 è una piccola britannica interessante dal punto di vista storico solo in quanto vincitrice del RAC Rally del 1955. Facile da trovare nel Regno Unito, ha quotazioni che si aggirano intorno ai 4.000 euro (quasi il doppio per gli esemplari restaurati).Standard Ten (1954): le caratteristiche principaliLa Standard Ten, svelata nel 1954, non è altro che una Eight (mostrata l’anno prima) con un motore più grosso e potente e con finiture più curate. Lunga solo 3,66 metri, è disponibile al lancio in tre varianti di carrozzeria: due porte (berlina e veicolo commerciale) e berlina quattro porte. Nel 1955 arriva la versatile station wagon Companion, che conquista parecchi clienti nel Regno Unito grazie alle pratiche porte posteriori e nello stesso anno un esemplare guidato dal pilota britannico Jimmy Ray si aggiudica a sorpresa il prestigioso RAC Rally grazie ad un regolamento che favorisce le vetture di piccola cilindrata.Affidabile e adatta alle superfici sconnesse grazie all’assetto rialzato, è piacevole da guidare e ha una buona tenuta di strada: migliorabili, invece, i freni (poco potenti) e le finiture (essenziali). Alcuni esemplari dotati di guida a sinistra vengono commercializzati (senza grande successo) negli USA come Triumph TR-10.Standard Ten (1954): la tecnicaLa Standard Ten del 1954 monta un motore a quattro cilindri da 950 cc e 34 CV abbinato ad un cambio manuale a quattro marce: un propulsore elastico (anche se un po’ rumoroso) contraddistinto da una buona ripresa. Nel 1957 entra nel listino degli optional l’overdrive.Standard Ten (1954): le quotazioniLa Standard Ten è introvabile in Italia, molto più semplice rintracciarla nel suo Paese natale: il Regno Unito. Le quotazioni ufficiali recitano 4.000 euro ma per entrare in possesso di esemplari ben tenuti bisogna sborsarne almeno 7.000.

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Peugeot 308 GT 1.6 THP 205 GT, la prova della gran turismo francese

Chi si aspetta dalla Peugeot 308 GT un comportamento affilato e senza compromessi resterà deluso. O meglio, dovrà aspettare la 308 GTi, la versione più estrema (con differenziale autobloccante, assetto sportivo e potenza fino a 270 CV, la stessa della RCZ R) che sarà presentata al prossimo Salone di Ginevra.La GT, al momento, rappresenta la versione più sportiva della gamma, e le prestazioni offerte dall’1.6 THP abbinate all’eccezionale handling della 308 sono un’accoppiata vincente. Alto anche il livello di comfort di marcia, per nulla compromesso dall’allestimento sportivo, tanto che, costi di percorrenza permettendo, la 308 GT potrebbe tranquillamente svolgere il ruolo di prima auto di famiglia. 

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Audi experience in Costa Smeralda

(Informazione pubblicitaria)Con la stagione estiva la Costa Smeralda prende di nuovo vita e si conferma Home of quattro, rinnovando una vicinanza col territorio all’insegna dell’eccellenza.Indirizzi ricercati accolgono e coccolano i più esigenti, esperienze gastronomiche all’avanguardia e la cucina tradizionale riempiono gli occhi e soddisfano i palati più raffinati per una reale "delight experience".Dall’entroterra al mare in pochi chilometri lo scenario cambia in maniera radicale. Grazie alla nuova Q7 si ha la possibilità di raggiungere ogni tipo di destinazione – anche quella meno battuta – regalando un’esperienza di guida unica.È proprio passando da strade asfaltate e l’off road puro che la nuova Q7 esprime tutto il suo potenziale.La nuova Q7 va oltre al dinamismo, oltre alla trazione quattro, oltre alle comodità per dimostrare le doti da elegante fuoristradista che con precisione e agilità affronta anche il terreno più insidioso."Guidare una trazione quattro non vuol dire vivere condizione sempre estreme, la trazione quattro è sinonimo di controllo delle performance e di sicurezza", racconta Fabrizio Longo, direttore Audi Italia.Ma la presenza Audi sul territorio della Sardegna passa anche dalla marina di Porto Cervo, dove per la prima volta si sono svolte le regate veliche di risonanza internazionale e di elevata professionalità.Attraverso la loro continua attività di ricerca, di performance ed efficienza, e gli ambienti raffinati dello Yacht Club Costa Smeralda dove la cura del dettaglio e la ricercatezza sono di casa, hanno saputo veicolare nel migliore dei modi i valori che sono propri del marchio Audi.La vicinanza al territorio sardo si è concretizzata anche in una serie di partnership di elevato valore che, nel corso degli anni, hanno dato vita a iniziative di grande esclusività e ottima visibilità.Ne sono esempio incisivi la presenza fissa del Marchio Audi negli hotel Starwood e durante gli eventi sociali del prestigioso Yacht Club Costa Smeralda o ancora, il torneo di golf Audi quattro Cup che esalta la comune passione per tecnica ed eleganza, precisione ed esperienza, potenza e controllo.Infine, Audi mantiene inalterato il solido rapporto che la lega al Phi Beach di Baia Sardinia, per mostrare le sue novità con tutto il carico emozionale possibile attraverso scenografie all’avanguardia e la suggestiva cornice.Scopri Audi experience Costa Smeralda, clicca qui!


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