Monthly Archives: Novembre 2016

Volkswagen: i 5 pilastri del piano Transform 2025+

Per i ‘petrolhead’ di oggi il nuovo piano Transform 2025+ di Volkswagen appare come un vero incubo. La protagonista della mobilità del futuro (prossimo) di Wolfsburg sarà infatti l’auto elettrica. Ma non solo. Quello dell’auto condivisa è l’altro binario, parallelo, verso cui si sta incamminando il treno, da non perdere, per i protagonisti dell’automotive di domani. Dopo lo scandalo del Dieselgate (forse non tutti i mali vengono per nuocere), poi, Volkswagen non vuole rimanere a piedi e con il piano strategico rivelato oggi dimostra non solo di voler saltare a bordo, ma di voler mettersi direttamente al comando della locomotiva. Per costruire il futuro della mobilità.Un’enorme offensiva di auto elettrichePer diventare il leader del mercato della mobilità entro il 2030 Wolfsburg ha preparato tre fasi. Fino al 2020 vedremo enormi investimenti in Ricerca e Sviluppo e assisteremo a una grande ristrutturazione dei processi interni all’azienda con l’obiettivo di aumentare l’efficienza produttiva e di gestione della marca. La prima fase, quindi, sarà fondamentalmente una preparazione per la grande offensiva di prodotto (rigorosamente elettrico) che partirà nel 2020. Un’offensiva di auto elettriche non orientata a segmenti di nicchia ma rivolta direttamente al cuore del mercato. L’obiettivo, in numeri, è vendere 1 milione di elettriche entro il 2025. Per questo gli ingegneri sono già a lavoro per la creazione della nuova piattaforma MEB (Modular Electric DriveKit). Il prototipo ID Concept visto al Salone di Parigi 2016 anticipa questa nuova famiglia di elettriche con un’autonomia dichiarata di circa 600 km e in grado di funzionare in modalità manuale o autonoma. La sua evoluzione in serie arriverà sul mercato insieme all’ottava generazione della Volkswagen Golf e possibilmente condividerà elementi meccanici con la compatta generalista.Leader in connettività’Connettività’ è la formula magica dell’auto tecnologica di oggi e ‘l’auto come uno smartphone su quattro ruote’ è il mantram che gli addetti ai lavori continuano a ripetere immaginando l’auto del futuro. Apple CarPlay e Android Auto sono solo l’inizio e Volkswagen si contrapporrà alla loro posizione leader sul mercato sviluppando, da zero, una nuova piattaforma digitale per le auto. Il cervello elettronico delle Volkswagen del piano Transform 2025+ offrirà una complessa serie di servizi connessi dai quali Wolfsburg spera di ottenere importanti introiti: 1 mld di euro entro il 2025. Insomma, il digitale diventerà uno dei principali business della Casa tedesca con 80 milioni di utenti connessi in tutto il mondo.La scommessa sui servizi di mobilitàDopo il lancio della sua nuova gamma di elettriche, il Gruppo Volkswagen investirà grandi somme nella creazione di servizi dedicati alla mobilità. L’auto condivisa e l’economia collaborativa sono le due importanti chiavi che aprono la porta del futuro della mobilità. L’esito dei pionieri Car2Go e BlaBlaCar (per citarne alcuni) lo dimostrano chiaramente e indiscutibilmente. In questo panorama Volkswagen intende capitalizzare queste risorse con iniziative proprie, puntando al posto di leader del settore entro il 2030.Nel mirino Stati Uniti e CinaVolkswagen, poi, desidera recuperare la sua posizione nel mercato statunitense dove si è posata l’obiettivo di raggiungere una penetrazione superiore all’attuale. Lo farà con un’offensiva nel segmento dei crossover e dei SUV dove la nuova Volkswagen Atlas ricoprirà un ruolo chiave. Per il 2021, poi, è previsto lo sbarco Oltreoceano delle elettriche Volkswagen, possibilmente prodotte in loco, in Tennessee, o in Messico. Sia negli Stati Uniti che in Cina Volkswagen intende, inoltre, imporsi come leader nel segmento al confine con quello delle premium e al di sopra dei marchi generalisti.Più ingressi, meno costi e investimenti costantiPer realizzare questo gigantesco e ambizioso piano, naturalmente, Volkswagen dovrà rivedere la strategia finanziaria. Innanzitutto l’obiettivo è aumentare il margine operativo fino al 6% (dall’attuale 2%), entro il 2025. Ci sono diversi modi per farlo: vendere a prezzi più elevati, ridurre i costi o ridurre gli investimenti produttivi. Wolfsburg opterà per la riduzione dei costi, mantenendo quindi i prezzi e gli investimenti attuali, limitati a 4,5 miliardi di euro annuali. Attraverso l’ottimizzazione della produzione negli stabilimenti tedeschi, Volkswagen spera di tagliare i costi di 3 mld di euro.
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Tesla completa l’acquisto di Solar City

Il costruttore di auto elettriche californiano, Tesla, ha annunciato ieri la chiusura del processo di acquisto della compagnia Solar City, acquisizione già approvata la scorsa settimana dall’85% degli azionisti (un’affare da 2,6 mld di dollari). Il fondatore del marchio di Palo Alto, Elon Musk, aveva annunciato già lo scorso giugno l’intenzione di acquistare il fornitore di servizi di energia solare SolarCity, del quale possiede il 20% delle azioni ed è presidente. In questo modo, ha detto Musk, “con un’unica compagnia, Tesla e SolarCity potranno creare prodotti residenziali, commerciali e di scala settoriale totalmente integrati e che potranno migliorare il modo in cui si genera energia, la si immagazzina e la si consuma”.I prodotti presentati di recente, e che potrebbero essere i primi ad essere commercializzati dopo questa fusione, sono il SolarRoof, il tetto solare per le abitazioni, e il Powerwall, la batteria domestica che immagazzina l’energia solare. Due soluzioni che rischierebbero di slegare i privati dalla tradizionale rete elettrica e, nel caso dei conduttori di auto elettriche, fornirgli una soluzione reale e alternativa alle infrastrutture, ancora scarse. Secondo la Tesla, infatti, la combinazione della batteria domestica e del tetto solare sarebbe sufficiente ad alimentare un’intera casa con energia rinnovabile al 100%.
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Sognando il ritorno del ‘Gruppo B’

Qualsiasi amante dei rally ha sognato almeno una volta il ritorno dello spettacolare ‘Gruppo B’ (categoria estrema che corse dall’83 all’86). Come sarebbe, oggi, un nuovo Gruppo B basato sulle vetture più spettacolari del momento? Il sito web inglese CarWow ha provato ad immaginare il ritorno di questa categoria regina e ci offre 10 riproduzioni digitali di come potrebbero essere alcune alternative alle attuali auto del WRC e della Dakar. Ecco in ordine nella gallery: Alfa Romeo Giulia Integrale, Audi TT quattro, Fiat 500 Abarth, Ford Mustang RS200, Lancia Delta Integrale, Mercedes-Benz Clase S 6.8 AMG ‘Red Pig’, Porsche 911 Rally, Renault Alpine Grupo 4, Rolls Royce Wraith Dakar, Volkswagen Touran WRC.Fonte: CarWow
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Nissan X-Trail: arriva il diesel 2.0 da 177 CV

Da oggi la gamma motori del SUV di grandi dimensioni di Casa Nissan si allarga. Entra in listino, per la Nissan X-Trail, la nuova motorizzazione a gasolio da 2.0 Litri.Si tratta di un’opzione più potente rispetto all’attuale 1.6 diesel che vanta 177 CV di potenza e 380 Nm di coppia con consumi medi dichiarati compresi tra i 5,6 e i 6 litri/100 km.Tra l’altro il nuovo 2.0 diesel verrà offerto, per la prima volta su X-Trail, in abbinamento al cambio automatico Xtronic CVT e alla trazione integrale 4WD (o in alternativa con cambio manuale e trazione 4WD o con l’automatico Xtronic CVT e la trazione anteriore 2WD).Stando alle stime di Nissan, con questa new entry meccanica la X-Trail potrebbe aumentare la copertura del mercato del 41% rispondendo alla domanda del 46%, nel segmento dei SUV compatti, che richiede motorizzazioni potenti. 
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Citroën DS, la storia della Dea nei rally

La Citroën DS non era un’auto adatta ai rally: troppo pesante, troppo grande, poco affidabile e con prestazioni tutt’altro che vivaci. Nonostante questi difetti l’ammiraglia del Double Chevron si è tolta parecchie soddisfazioni: scopriamo insieme la sua storia sportiva.Citroën DS: la storia nei rallyLa Citroën DS viene presentata ufficialmente nell’ottobre del 1955 ma già pochi mesi più tardi – più precisamente nel gennaio 1956 – fa il suo debutto nel mondo del motorsport grazie al pilota francese Pierre Courtes, 7° con una DS 19 al Rally di Monte Carlo.La prima vittoria a Monte CarloBisogna però aspettare il 1959 per vedere il primo successo importante della “berlinona” del Double Chevron, ottenuto grazie all’imprenditore transalpino Paul Coltelloni: oltre a salire sul gradino più alto del podio nella corsa del Principato conquista anche il Rally Adriatico in Jugoslavia con una ID 19 (variante semplificata della DS) e si laurea campione europeo rally.Impegno ufficialeI trionfi del 1959 convincono la Citroën ad impegnarsi direttamente nel motorsport: i vertici della casa francese affidano quindi l’anno seguente le DS alla scuderia Paris Île-de-France (la stessa di Coltelloni) gestita da René Cotton.Il pilota francese Guy Verrier è primo in Olanda al Tulpenrally e il transalpino René Trautmann al volante della ID porta a casa due secondi posti a Ginevra e in Germania.Nel 1961 la Citroën DS ottiene il primo e il terzo posto alla Liegi-Sofia Liegi con il belga Lucien Bianchi e con il driver transalpino Bob Neyret. Trautmann trionfa al Tour de Corse mentre il finlandese Pauli Toivonen (papà di Henri) chiude in seconda posizione il 1000 Laghi con la ID.L’anno successivo arriva la vittoria di Toivonen al 1000 Laghi, il transalpino Henri Marang termina al secondo posto la Liegi-Sofia-Liegi e Trautmann sale sul gradino più basso del podio al Rally dell’Acropoli e in Germania (con la ID).Il reparto corse CitroënNel 1963 vede ufficialmente la luce il reparto corse Citroën (gestito sempre da Cotton) e il primo successo rilevante arriva grazie a Trautmann al Tour de Corse. Toivonen arriva secondo a Monte Carlo mentre Bianchi è terzo alla Spa-Sofia-Liegi.Il 1964 vede il francese Jean-Claude Ogier secondo all’Acropoli mentre due anni più tardi è la volta dell’ultimo trionfo importante per la DS: il secondo successo a Monte Carlo portato a casa da Toivonen con la DS 21. Da non sottovalutare la terza piazza rimediata in Austria dal pilota locale Richard Bochnicek.Crisi e rinascitaNella seconda metà degli anni ’60 la Citroën DS inizia a sentire il peso degli anni e si limita a vincere qualche rally minore.La svolta arriva nel 1971 (in concomitanza con la scomparsa di Cotton) con il terzo posto del transalpino Bernard Consten in Marocco. Sempre nel Paese africano Neyret arriva secondo nel 1972 con una variante a passo corto dell’ammiraglia del Double Chevron in una gara che vede sul gradino più basso del podio il driver locale Raymond Ponnelle.Il primo Mondiale e la fineNel 1973 – anno del primo Mondiale rally della storia – la Citroën DS riesce a portare a casa tre podi iridati: due in Marocco (Neyret secondo e Bochnicek terzo) e uno in Portogallo, con la terza piazza del pilota locale Francisco Romãozinho.L’anno successivo, a causa di una crisi finanziaria, la Casa transalpina riduce gli investimenti nel motorsport mettendo così fine alla lunga carriera sportiva di una delle auto più geniali di sempre.
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Stelvio? Non è la prima SUV Alfa Romeo

L’Alfa Romeo Stelvio non è la prima SUV del Biscione. All’inizio degli anni ’50, infatti, la Casa lombarda realizzò la Matta (nome ufficiale 1900 M), una fuoristrada dura e pura (ma anche molto raffinata tecnicamente) in grado di andare ovunque. Scopriamo insieme la sua storia.Alfa Romeo Matta (1952): le caratteristiche principaliL’Alfa Romeo Matta nasce a cavallo tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50 per sfidare la Fiat, che stava costruendo per il Ministero della Difesa una fuoristrada militare destinata a sostituire le Jeep statunitensi che sarebbe diventata famosa con il nome di Campagnola.I tecnici del Biscione, privi di esperienza nel settore delle 4×4, prendono spunto da una Land Rover 80 e costruiscono un mezzo da ricognizione scoperto chiudibile con un telo impermeabile capace di accogliere sei persone (due sui sedili anteriori e altre quattro su due panchette longitudinali posteriori) e due ruote di scorta (una dietro ai sedili anteriori e l’altra sul cofano) in poco più di tre metri e mezzo di lunghezza (3,52, per la precisione).La prima versione della 1900 M – la A.R. 51 (che contrariamente a quanto pensano in molti non è l’acronimo di Alfa Romeo ma una sigla che significa Autovettura da Ricognizione) – viene prodotta in 1.921 esemplari: la maggior parte va al Ministero della Difesa mentre solo 116 vanno in mani private. Nel 1954 – ultimo anno di produzione della Matta – è la volta della A.R. 52: 154 esemplari tutti per i privati.Alfa Romeo Matta (1952): la tecnicaL’Alfa Romeo Matta, nata ufficialmente nel 1952 con il nome 1900 M, è tecnicamente più evoluta della rivale Fiat ma proprio per questo era anche più costosa da produrre.Il motore bialbero – un 1.9 quattro cilindri da 65 CV montato in posizione longitudinale e derivato nientepopodimeno che da quello adottato dall’ammiraglia 1900 – si distingue da quello originale per una serie di modifiche apportate per migliorare l’uso in fuoristrada: il carter secco al posto di quello umido per garantire la lubrificazione anche quando il veicolo è inclinato, il rapporto di compressione più basso per usare benzina con basso numero di ottani, i profili delle camme modificati per migliorare la risposta ai bassi regimi e il cambio manuale a quattro marce con rapporti più corti.Dotata di trazione integrale (posteriore + anteriore inseribile), di sospensioni anteriori a ruote indipendenti e posteriori ad assale rigido con balestre longitudinali, l’Alfa Romeo Matta può raggiungere una velocità massima di 105 km/h e superare pendenze fino al 120%. Il tutto con consumi dichiarati pari a 6,7 km/l.La variante A.R. 52 – più adatta all’uso privato – si distingue dalla A.R. 51 realizzata secondo le specifiche del Ministero della Difesa per il motore dalla cilindrata più elevata (2.0 anziché 1.9).Alfa Romeo Matta (1952): le quotazioniL’Alfa Romeo Matta – chiamata ufficialmente 1900 M – si trova abbastanza facilmente a 25.000 euro: un prezzo adeguato per quella che può essere considerata a tutti gli effetti la prima “SUV” della storia del Biscione. La versione più rara è la A.R. 52.
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Mondiale F1 2016 – GP Brasile: Hamilton domina a Interlagos (ma che Verstappen)

Grazie alla prima vittoria in carriera nel GP del Brasile sul circuito di Interlagos Lewis Hamilton (al terzo successo consecutivo con la Mercedes) ha riaperto il Mondiale F1 2016. Il titolo iridato si deciderà fra due settimane nell’ultima gara di Abu Dhabi e i punti che separano il pilota britannico dal compagno Nico Rosberg (secondo al traguardo) sono dodici.La corsa sudamericana è passata dall’essere una delle più brutte di sempre nelle prime due ore (troppe bandiere rosse, safety-car e interruzioni varie dovute alla pioggia) a diventare uno dei Gran Premi più emozionanti dell’anno, soprattutto per quanto successo dietro alle due monoposto della Stella. Max Verstappen con la Red Bull è stato protagonista di una rimonta fenomenale (3° dopo essersi ritrovato ad un certo punto in sedicesima posizione) mentre il driver locale Felipe Nasr (9°) ha regalato alla Sauber i primi punti stagionali e ha consentito alla scuderia svizzera di rubare temporaneamente la 10° posizione in campionato (l’ultima che assegna premi in denaro) alla Manor.La Ferrari nel GP del Brasile 2016 ha deluso: Sebastian Vettel si è dovuto accontentare del quinto posto finale mentre Kimi Räikkönen è stato vittima di un incidente dopo aver perso il controllo della propria monoposto sul bagnato.Mondiale F1 2016 – GP Brasile a Interlagos: la gara in cinque punti1) Una vittoria facile facile quella ottenuta da Lewis Hamilton nel GP del Brasile. Il pilota britannico ha dominato su un circuito – quello di Interlagos – nel quale non aveva mai vinto ma sarà dura aggiudicarsi il Mondiale F1 2016: vincere ad Abu Dhabi non sarà sufficiente.2) Nico Rosberg ha il Mondiale F1 2016 in tasca. Dopo tre secondi posti consecutivi e una striscia di podi che dura ormai da 8 GP gli basterà correre ad Abu Dhabi come ha fatto negli ultimi mesi: usando il cervello. Per aggiudicarsi il primo titolo iridato della sua carriera il pilota tedesco della Mercedes dovrà arrivare in “top 3” o non perdere più di 12 punti da Hamilton.3) Max Verstappen ha già vinto un GP in carriera ma la sua gara più bella l’abbiamo vista oggi a Interlagos: un terzo posto arrivato dopo un’incredibile rimonta (ad un certo punto della corsa si è ritrovato addirittura 16°) condita dal miglior giro (il primo in carriera, oltretutto).4) Per un momento Sebastian Vettel ha dato l’impressione di poter finalmente salire sul podio mentre invece anche stavolta la Ferrari non è riuscita a salire in “top 3”: un evento che non si verifica ormai da sei GP.5) L’eccellente gara di Verstappen ha messo in secondo piano l’ennesima doppietta stagionale (la settima) e l’ennesimo trionfo (il diciottesimo su 20 gare) della Mercedes. Ad Abu Dhabi assisteremo ad un gran bel duello tra i due portacolori della Stella.Mondiale F1 2016 – I risultati del GP del Brasile a InterlagosProve libere 1
1 Lewis Hamilton (Mercedes)  1:11.895
2 Max Verstappen (Red Bull)  1:11.991
3 Nico Rosberg (Mercedes)  1:12.195
4 Daniel Ricciardo (Red Bull)  1:12.3715 Valtteri Bottas (Williams)   1:13.129Prove libere 2
1 Lewis Hamilton (Mercedes)  1:12.271
2 Nico Rosberg (Mercedes)  1:12.301
3 Valtteri Bottas (Williams)   1:12.761
4 Felipe Massa (Williams)   1:12.7895 Daniel Ricciardo (Red Bull)  1:12.828Prove libere 3
1 Nico Rosberg (Mercedes)  1:11.740
2 Lewis Hamilton (Mercedes)  1:11.883
3 Sebastian Vettel (Ferrari)   1:11.959
4 Kimi Räikkönen (Ferrari)   1:12.0275 Max Verstappen (Red Bull)  1:12.077Qualifiche
1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:10.736
2 Nico Rosberg (Mercedes)  1:10.838
3 Kimi Räikkönen (Ferrari)   1:11.404
4 Max Verstappen (Red Bull)  1:11.4855 Sebastian Vettel (Ferrari)   1:11.495Gara
1 Lewis Hamilton (Mercedes) 3h01:01.335
2 Nico Rosberg (Mercedes)  + 11,5 s
3 Max Verstappen (Red Bull)  + 21,5 s
4 Sergio Pérez (Force India)  + 25,3 s5 Sebastian Vettel (Ferrari)  + 26,3 sLe classifiche del Mondiale F1 2016 dopo il GP del Brasile a InterlagosClassifica Mondiale Piloti
1 Nico Rosberg (Mercedes) 367 punti
2 Lewis Hamilton (Mercedes) 355 punti
3 Daniel Ricciardo (Red Bull) 246 punti
4 Sebastian Vettel (Ferrari)  197 punti5 Max Verstappen (Red Bull) 192 puntiClassifica Mondiale Costruttori
1 MERCEDES      722 PUNTI (CAMPIONE DEL MONDO)
2 Red Bull-TAG Heuer   446 punti
3 Ferrari       375 punti
4 Force India-Mercedes   163 punti5 Williams-Mercedes    136 punti
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F1 – Le foto più belle del GP del Brasile a Interlagos

Il GP del Brasile a Interlagos – penultima tappa del Mondiale F1 2016 vinta da Lewis Hamilton (Mercedes) – è stato caratterizzato dalla noia nelle prime due ore (a causa delle numerose interruzioni dovute alla pioggia) e da tante emozioni nella terza ora.Di seguito troverete una gallery con le foto più belle della corsa sudamericana, una gara (l’ultima di Felipe Massa nel suo Paese natale) che ha visto un Max Verstappen (Red Bull) eccezionale (da 15° a 3° in soli 15 giri) e i primi punti stagionali della Sauber ottenuti grazie al nono posto di Felipe Nasr.
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Mondiale F1 2016 – GP Brasile a Interlagos: gli orari TV su Sky e Rai

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×Leggi QUI i risultati e le classifiche della garaNico Rosberg può conquistare il Mondiale F1 2016 già a Interlagos: al pilota tedesco della Mercedes “basterà” vincere il GP del Brasile (che sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita sulla Rai: di seguito troverete gli orari TV) o conquistare almeno sette punti più del compagno di scuderia Lewis Hamilton.Nella penultima tappa del campionato il driver teutonico avrà la possibilità di festeggiare il primo titolo iridato della sua carriera: un evento da non perdere per gli appassionati del Circus.F1 2016 – GP Brasile a Interlagos: cosa aspettarsiIl circuito di Interlagos – sede del GP del Brasile – si trova nella città di San Paolo ed è uno dei tracciati meno sicuri del Mondiale F1 2016.  Caratterizzato da numerosi saliscendi, porta ad un rapido degrado degli pneumatici.Le qualifiche sono fondamentali: nelle ultime tre edizioni chi è partito dalla pole ha vinto e dal 2004 a oggi chi è salito sul gradino più alto del podio è sempre scattato dalle prime tre posizioni della griglia. Il meteo prevede pioggia solo nella giornata di venerdì. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di F1, gli orari TV su Rai e Sky e il nostro pronostico.F1 2016 – Interlagos, il calendario e gli orari TV su Sky e RaiVenerdì 11 novembre 2016
13:00 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1, differita su Rai Sport 1 alle 17:20)17:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1, differita su Rai Sport 1 alle 21:20)Sabato 12 novembre 2016
14:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1, differita su Rai Sport 1 alle 18:00)17:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita su Rai 2 alle 23:20)Domenica 13 novembre 201617:00 Gara (diretta su Sky Sport F1, differita su Rai 2 alle 22:40)F1 – I numeri del GP del Brasile 2016
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4.309 mGIRI: 71
RECORD IN PROVA: Rubens Barrichello (Ferrari F2004) – 1’09”822 – 2004
RECORD IN GARA: Juan Pablo Montoya (Williams FW26) – 1’11”473 – 2004RECORD DISTANZA: Juan Pablo Montoya (Williams FW26) – 1h28’01”451 – 2004F1 – Il pronostico del GP del Brasile 20161° Nico Rosberg (Mercedes)Secondo noi Nico Rosberg festeggerà la conquista del Mondiale F1 2016 già a Interlagos: il pilota tedesco ama molto il GP del Brasile e ha monopolizzato le ultime due edizioni della gara sudamericana con due pole position e due vittorie.Un trionfo che sarebbe meritato per un driver veloce e continuo che sale sul podio da sette Gran Premi consecutivi.2° Sebastian Vettel (Ferrari)Sebastian Vettel non chiude una gara in “top 3” da Monza ma in Messico ha mostrato ottime cose e per questo ci attendiamo da lui una grande gara.I precedenti del pilota tedesco della Ferrari nel GP del Brasile? Due vittorie, due pole position e quattro podi totali.3° Lewis Hamilton (Mercedes)Lewis Hamilton potrebbe dire addio al Mondiale F1 2016 già nel GP del Brasile: Interlagos non è certo la pista ideale per cercare di impedire al compagno Rosberg la conquista del titolo.Il motivo è semplice: Hamilton non ha mai vinto qui e può vantare su questo tracciato “solo” due secondi posti consecutivi, tre podi complessivi e una pole position.Da tenere d’occhio: Daniel Ricciardo (Red Bull)Daniel Ricciardo odia il GP del Brasile: il miglior risultato ottenuto dal pilota australiano della Red Bull è infatti un misero decimo posto rimediato addirittura ai tempi della Toro Rosso.Il suo stato di forma, però, è eccezionale: quattro podi negli ultimi cinque GP e tanta voglia di fare bene su un tracciato – come quello di Interlagos – poco amato.La squadra da seguire: MercedesDa due anni la Mercedes domina in Brasile: due prime file occupate e due doppiette.La F1 W07 Hybrid è la monoposto che ha vinto più GP nella storia del Circus (17 successi, per il momento) ed è reduce da una striscia di ben 14 gare a podio.
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Lancia Beta Coupé (1981): le aspirate

Nel 1981 debuttò sul mercato l’ultima evoluzione (la quarta serie) della Lancia Beta Coupé: oggi analizzeremo nel dettaglio le versioni aspirate della sportiva torinese (tratteremo il capitolo Volumex – più interessante dal punto di vista storico – più avanti), facili da trovare a meno di 5.000 euro.Lancia Beta Coupé (1981): le caratteristiche delle versioni aspirateNel 1981 debutta sul mercato la quarta e ultima evoluzione della Lancia Beta Coupé: la sportiva torinese – nata nel 1973, disegnata da Piero Castagnero (autore anche della mitica antenata: la Fulvia Coupé) e realizzata sul pianale accorciato della variante berlina – si presenta con uno stile più moderno.Fuori spiccano la mascherina ispirata a quella della Delta, i paraurti più grandi e lo spoiler posteriore mentre dentro troviamo nuove stoffe quadrettate ma anche finiture meno curate rispetto alle serie precedenti.La Lancia Beta Coupé del 1981 era una sportiva divertente da guidare ma con uno sterzo troppo reattivo e penalizzata da sospensioni esageratamente rigide. Lunga solo quattro metri, offriva poco spazio ai passeggeri posteriori (nonostante due sedili singoli con poggiatesta ottimamente realizzati) e anche il posto guida era poco accogliente per i più alti.Lancia Beta Coupé (1981): la tecnica delle versioni aspirateLa quarta evoluzione della Lancia Beta Coupé – svelata nel 1981 e commercializzata fino al 1985 – monta tre motori aspirati: un 1.3 (che in realtà sarebbe un 1.4 vista la cilindrata di 1.366 cc) da 84 CV, un 1.6 da 102 CV e un 2.0 a iniezione elettronica da 122 CV.Lancia Beta Coupé (1981): le quotazioni delle versioni aspirateLe Lancia Beta Coupé aspirate dell’ultima serie – quella mostrata nel 1981 – sono molto facili da trovare: le quotazioni recitano 3.500 euro e consigliamo di non salire sopra quota 5.000.La più interessante – a nostro avviso – è la 2.0 (che è anche quella prodotta nel maggior numero di esemplari) mentre quella che ha avuto meno successo è stata quella dotata del motore 1.6.
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