Monthly Archives: Marzo 2015

Range Rover Autobiography: la limousine 4×4 da 118.000 euro

L’allestimento Autobiography di Range Rover è giunto, con questa ultima versione, a 21 anni di vita sul mercato, offrendo ai clienti della marca una possibilità più lussuosa per personalizzare la propria fuoristrada. Fu annunciata per la prima volta nel 1993 al Salone di Londra e uscì sul mercato l’anno dopo.Durante queste due decadi, Autobiography si è adattata ai tempi che corrono per continuare ad essere un punto di riferimento nel segmento delle SUV premium, o meglio di lusso. Attualmente questo allestimento al top di gamma della Range Rover, a seconda delle motorizzazioni con cui viene abbinato, può arrivare a costare fino a 182.000 euro per la versione "Black" allestita al top (la Land Rover più cara di sempre).Le prime Autobiography furono realizzate completamente a scelta dai proprietari. Gran parte del suo esito era dovuto alle novità tecnologiche di cui era dotata: allora, ad esempio, introdusse nel suo equipaggiamento un fax e più tardi il sistema di navigazione satellitare e la televisione.La domanda fu così elevata che Land Rover realizzò un’edizione limitata a 25 unità della Range Rover Autobiography utilizzando come base il propulsore di maggior cilindrata del modello a passo lungo LSE e colorazioni esclusive per gli esterni così come per gli interni.Nel 2002, con la terza generazione, Land Rover ampliò le opzioni di infotainment con un impianto stero di alta gamma e riproduttore multiplo di DVD offrendo anche rifiniture in legno per l’abitacolo.Nel 2011 venne lanciata la 500 Autobiography con un esclusivo prezzo di attacco di circa 168.000 euro.Il modello attuale è, secondo la marca, il miglior esempio di cosa rappresenta Range Rover: costruzione in alluminio, pelle e materiali di massima qualità, un design moderno ed esclusivo con nuove funzioni di infotainment di ultimissima generazione. Inoltre, questo lussuoso allestimento è stato esteso anche alla Evoque così come all’iconica Defender. 


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Mercato Europa: a Febbraio +7%

Durante lo scorso mese di Febbraio le vendite di veicoli nuovi in Europa (paesi dell’Unione Europea più i paesi del Libero Commercio) hanno visto una crescita del 7,0%, comparata con lo stesso valore di febbraio 2014, raggiungendo un volume totale di 958.145 unità vendute.Il fattore più importante dei nuovi dati riguarda i paesi dove si fa il volume di vendite più grande (Spagna, Regno Unito, Germania, Francia e Italia) che hanno chiuso tutti in positivo, spingendo la crescita generale complessiva d’Europa.Alcuni dei paesi dal volume medio, di contro, hanno fatto registrare numeri molto negativi, come nel caso dell’Austria in recessione del 25,2% rispetto allo stesso mese dell’anno passato (con una perdita di quasi 7.000 unità).Il paese, invece, che ha segnato il miglior valore comparativo con lo scorso anno è il Portogallo con un ottimo +35,6%.RANKING PAESI EUROPEI

Germania 223.254

Francia 147.854

Italia 134.697

Spagna 86.717

Regno Unito 76.958

Belgio 44.504

Olanda 33.944

Polonia 28.396

Svezia 23.735

Svizzera 22.388

Austria 20.641

Rep. Ceca 16.383

Irlanda 15.803

Portogallo 14.299

Danimarca 13.595

Norvegia 10.685

Finlandia 7.989

Ungheria 5.895

Slovacchia 5.304

Grecia 4.894

Slovenia 4.550

Romania 4.116

Lussemburgo 3.783

Croazia 2.174

Bulgaria 1.481

Estonia 1.223

Lituania 1.067

Lettonia 829

Islanda 632

Cipro 625

Per marche, ancora una volta Volkswagen è riuscita a posizionarsi come leader del mercato europeo con un notevole scarto rispetto alle altre, grazie all’elevata domanda in Germania (oltre 50.000 unità) e praticamente su tutti gli altri mercati.RANKING PER MARCHE

VW 119.945

Renault 69.587

Ford 62.445

Peugeot 62.354

Opel/Vauxhall 60.244

Audi 49.731

Fiat 48.740

BMW 48.119

Mercedes 45.097

Skoda 43.330

Citroën 40.906

Toyota 40.464

Nissan 39.389

Hyundai 30.943

Dacia 27.199

SEAT 26.472

Kia 25.671

Volvo 16.939

Mazda 12.476

Suzuki 12.223

MINI 10.658

Mitsubishi 8.716

Honda 7.912

Smart 7.170

Land Rover 6.746

Jeep 6.320

Lancia/Chrysler 5.935

DS 4.732

Alfa Romeo 4.684

Porsche 4.256

Subaru 2.312

Lexus 1.871

Jaguar 982

Chevrolet 224

Altri FCA 454

Altri VAG 145

Altri GM 16

Gli incrementi di vendite più importanti li hanno fatti registrare SEAT (+22,5%), Renault (+14,4%), Jeep (+182,5%), MINI (+33,6%), Lexus (+36,1%), Nissan (+26,7%), Mitsubishi (+42,7%) e Smart (+44,7%).Al contrario, i brand più in perdita con maggior calo sono stati: Chevrolet (-97,5%), Suzuki (-9,0%), Jaguar (-13,7%) y Honda (-8,7%).


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Skoda Rapid Spaceback TDI 105 CV: come va la compatta ceca

Non fatevi ingannare dal nome: la Skoda Rapid Spaceback non è la variante più spaziosa della Rapid “normale” (gemella della Seat Toledo, modello da noi testato lo scorso anno) ma si tratta, al contrario, di un modello dal design più seducente e dalle dimensioni esterne più contenute (18 cm in meno di lunghezza) che costringe a qualche leggera rinuncia per quanto riguarda il bagagliaio.Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di testare la versione più lussuosa e costosa della gamma – la 1.6 TDI 105 CV StylePlus – che si differenzia esteticamente dalle altre per l’ampio tetto panoramico e per il lunotto posteriore esteso. Scopriamo insieme come va la compatta ceca.

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BMW Z4 GTLM: omaggio al passato alla 12 Ore di Sebring

Il prossimo 21 marzo avrà luogo, in Florida (USA) la 12 Ore di Sebring 2015, un’emblematica gara di endurance in occasione della quale le BMW Z4 “indosseranno” uno speciale vestito da gala…Con questa spettacolare livrea le BMW Z4 GTLM 2015 scenderanno sulla pista di Sebring rendendo omaggio al primo trionfo BMW sul circuito nordamericano, circa quaranta anni fa.Nel 1975 la Casa bavarese otteneva la sua prima vittoria alla 12 Ore di Sebring. Inoltre, lo stesso anno fondava la filiale BMW in Nord America. Per celebrare queste due ricorrenze la firma bavarese parteciperà alla gara di resistenza di Sebring con il suo team ufficiale BMW composto da due auto decorate per l’occasione.La BMW Z4 GTLM con il numero 24 sfoggerà una livrea da competizione, con la banda tricolore su sfondo bianco, molto simile alla BMW 3.0 CSL (nella gallery) che vinse la prima prova di resistenza, esattamente 40 anni fa.


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Jaguar, la storia della Casa britannica

Sportività ed eleganza: sono questi – da oltre 90 anni – i punti di forza delle vetture Jaguar. Questo marchio (che può vantare, tra le altre cose, il primato di successi alla 24 Ore di Le Mans tra le Case britanniche) è sopravvissuto a tutte le crisi dell’automobilismo inglese ed è ancora oggi uno dei pochi capaci di contrastare i brand “premium” tedeschi. Scopriamo insieme la sua storia.Jaguar, la storiaLa storia della Jaguar inizia ufficialmente nel settembre 1922 quando William Lyons (appassionato di moto) e William Walmsley (costruttore di sidecar) si mettono in società e fondano la Swallow Sidecar Company. Questa azienda, inizialmente specializzata nella realizzazione di mezzi a due ruote, ottiene un grande successo nella seconda metà degli anni ’20 grazie alla creazione di carrozzerie per la Austin Seven, rivolte a clienti che amano distinguersi ma non vogliono spendere cifre esagerate.Le prime autoLyons, stufo di lavorare su automobili di altre Case, progetta per la prima volta due vetture e le presenta al Salone di Londra del 1931: le scoperte SS 1 e SS 2 hanno un aspetto premium ma un prezzo relativamente abbordabile. Tre anni più tardi Walmsley abbandona la società.Cambio di nomeNel 1935 il nome Jaguar viene usato per la prima volta su una berlina 2.5 chiamata SS Jaguar e due anni dopo arriva il primo successo sportivo per il brand inglese quando il britannico Jack Harrop conquista il RAC Rally (vittoria bissata nel 1938) al volante di una SS100.Durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione si concentra sui sidecar per l’esercito di Sua Maestà e al termine del conflitto la dirigenza decide di vendere la divisione motociclistica e, soprattutto, di togliere il nome SS, troppo simile a quello usato dall’unità paramilitare nazista.La XK120La prima auto rivoluzionaria firmata Jaguar è la XK120 del 1948: una scoperta dotata di un motore 3.4 a sei cilindri in linea che consente a questa sportiva di raggiungere le 120 miglia orarie (193 km/h: l’auto di serie più veloce in commercio).Questa vettura conquista numerosi clienti e vince diverse corse in giro per l’Europa: nel 1951 – anno in cui debutta la variante chiusa FHC – Ian Appleyard conquista il RAC Rally e la C-Type (vettura da corsa con telaio tubolare che condivide la meccanica con la XK120) permette al brand di ottenere il primo successo alla 24 Ore di Le Mans con il duo “british” composto da Peter Walker e Peter Whitehead.Questi due successi Jaguar vengono ripetuti nel 1953: la mitica corsa di durata francese viene però vinta da un altro equipaggio sempre britannico (Tony Rolt e Duncan Hamilton) e da una vettura più evoluta dotata degli innovativi freni a disco. Nello stesso anno arriva in listino la terza variante della XK120: la Coupé Drophead.La D-TypeLa D-Type – prima auto da corsa di sempre con struttura monoscocca – è una vettura che ha fatto la storia del motorsport: caratterizzata da una vistosa pinna posteriore, conquista tra il 1955 e il 1957 tre edizioni consecutive della 24 Ore di Le Mans con piloti rigorosamente britannici. La prima con il duo composto da Mike Hawthorn e Ivor Bueb, la seconda con Ron Flockhart e Ninian Sanderson e la terza con Flockhart e Bueb. Quest’ultimo trionfo è oltretutto l’ultimo “all british” (auto e piloti provenienti dal Regno Unito) nella storia di questa importante corsa di durata.Nello stesso periodo segnaliamo la vittoria del Rally di Monte Carlo del 1956 di una Jaguar Mark VII guidata dal britannico Ronnie Adams e – per quanto riguarda la produzione di serie – il lancio della XK150, prima vettura stradale del brand a montare i freni a disco portati al debutto nelle competizioni dalla C-Type.Gli anni ’60 e la E-TypeNel 1960 il brand inglese rileva la Daimler e trasferisce nello stabilimento di Coventry di questa azienda la produzione dei motori. L’anno seguente è la volta del debutto – al Salone di Ginevra – del modello più famoso di questo marchio: la E-Type. Considerata da un certo Enzo Ferrari l’auto più bella mai costruita, tocca le 150 miglia orarie (241 km/h) ed è oltretutto molto evoluta tecnicamente: quattro freni a disco, telaio monoscocca e sospensioni a quattro ruote indipendenti. I suoi punti deboli? Il cambio, gli spazi di frenata lunghi e i sedili poco avvolgenti.Nel 1963 arriva la prima vittoria importante per una Jaguar guidata da un pilota straniero quando il tedesco Peter Nöcker conquista la prima edizione del Campionato Europeo Turismo con una Mark II e tre anni più tardi viene lanciata la versione 2+2 della E-Type con passo allungato per ospitare due passeggeri sui posti posteriori.Il marchio britannico è in buona salute: è uno di quelli più amati nel Regno Unito ed è il brand straniero più amato negli USA. Nel 1966 viene fuso con la BMC per creare la British Motor Holdings e l’anno seguente William Lyons abbandona il ruolo di direttore generale.Il 1968 è l’anno in cui viene presentata un’altra icona del marchio Jaguar – l’ammiraglia XJ (che toglie dal mercato quasi tutte le obsolete berline della Casa britannica) – e nel 1969 lo storico progettista William Heynes (entrato in SS nel 1934) va in pensione.Gli anni ’70Il primo avvenimento importante degli anni ’70 arriva nel 1971 quando il motore 5.3 V12 viene introdotto sulla E-Type. L’anno seguente lo stesso propulsore – montato sulla XJ – permette all’ammiraglia britannica di diventare la quattro posti di serie più veloce in commercio (quasi 220 km/h). Sempre nel 1972 (quando Lyons va ufficialmente in pensione) viene lanciata la variante a passo lungo della berlinona “british” (per rimediare al principale difetto di questa vettura: lo spazio ridotto per i passeggeri posteriori) e tre anni dopo viene presentata la coupé XJ-S, realizzata sulla stessa base della XJ “standard”.Gli anni ’80Il 1984 è un anno importante per la Jaguar. Il marchio inglese viene privatizzato ed entra in Borsa e arrivano due vittorie sportive importanti grazie al britannico Tom Walkinshaw e alla XJS, vincitori del Campionato Europeo Turismo e – con un equipaggio composto anche dal tedesco Hans Heyer e dall’inglese Win Percy – della 24 Ore di Spa. Nel febbraio del 1985 scompare William Lyons.Tra la seconda metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 la Casa britannica ottiene numerose soddisfazioni sportive nella categoria endurance: nel 1987 arriva il primo Mondiale Sportprototipi (condito dal trionfo tra i piloti del brasiliano Raul Boesel), successo bissato nel 1988 (con l’inglese Martin Brundle iridato tra i driver) grazie anche alla vittoria della 24 ore di Le Mans portata a casa dall’olandese Jan Lammers e dai britannici Johnny Dumfries e Andy Wallace. Nello stesso anno Boesel, Brundle, Lammers e il danese John Nielsen vincono la 24 Ore di Daytona.Il passaggio a FordNel 1989 la Jaguar viene acquisita dalla Ford ma non cessa l’impegno sportivo: nel 1990 la XJR-12 vince la 24 Ore di Le Mans con Brundle, Nielsen e lo statunitense Price Cobb e la stessa vettura – guidata questa volta da Lammers, Wallace e dallo “yankee” Davy Jones – si aggiudica la 24 Ore di Daytona. L’ultimo successo sportivo rilevante per la Casa britannica risale al 1991: vittoria nel Mondiale Sportprototipi e titolo iridato per il nostro Teo Fabi.La produzione di serie dell’ultimo decennio del XX secolo vede la supercar XJ220 del 1992 (motore 3.5 V6 a doppia sovralimentazione da 542 CV e 335 km/h di velocità massima), la sexy sportiva XK8 e l’ammiraglia S-Type, sorella minore della XJ dallo stile retrò.Il terzo millennioNel 2000 la Jaguar entra in F1: resta nel Circus fino al 2004 ma ottiene solo due podi con il pilota britannico Eddie Irvine. Va meglio con le vetture stradali: la berlina X-Type del 2001 – realizzata sullo stesso pianale della Ford Mondeo – è la prima auto del brand britannico a trazione integrale e due anni più tardi (in occasione del lancio delle varianti station wagon e diesel) diventa anche la prima a trazione anteriore.Questo modello ottiene buoni risultati di vendite ma intacca il blasone del brand: la rinascita arriva nel 2007 con la XF, erede della S-Type contraddistinta da uno stile moderno e rivoluzionario riproposto dalla XJ X351 del 2009. Nel mezzo (nel 2008) l’acquisto del marchio da parte degli indiani della Tata.Per quanto riguarda i modelli più recenti firmati Jaguar è impossibile non citare la sportiva F-Type del 2013 e la berlina XE del 2015, con pianale in alluminio e, a differenza dell’antenata X-Type, a trazione posteriore.

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Opel Eye-tracking: i fari direzionati dallo sguardo…

Sembra trattarsi di una tecnologia quasi fantascientifica ma in realtà l’innovativo sistema Eye-tracking che Opel sta mettendo a punto dovrebbe arrivare sulle vetture di serie del Fulmine già entro i prossimi 18 mesi.Si tratta di un innovativo sistema che renderà possibile controllare la direzionalità e l’intensità dei fari della vettura attraverso lo sguardo.Protagonista di questa tecnologia sarà una telecamera puntata sul viso del guidatore, la quale, dotata di sensori periferici ad infrarossi e fotodiodi centrali che le permettono di scansionare gli occhi di chi guida più di 50 volte al secondo al tramonto e durante la guida notturna, tradurrà le informazioni in comandi per adattare le luci orizzontalmente e verticalmente.Tradotto, questo vuol dire che l’auto illuminerà automaticamente quelle zone della carreggiata a cui il guidatore dedicherà maggiore attenzione con lo sguardo. Ma tutto in totale sicurezza.Infatti, un sofisticato algoritmo di ritardo che assicura un movimento adeguatamente fluido del cono di luce impedirà che il sistema riconosca come validi tutti gli impercettibili movimenti oculari involontari, ma solo quelli realmente significativi.Un altro vantaggio fondamentale – ha dichiarato Ingolf Schneider, Director Lighting Technology di Opel – è che l’eye-tracker non deve essere tarato individualmente per un guidatore specifico. Il sistema funziona perfettamente chiunque sia al volante, indipendentemente dalla corporatura.Il sistema Eye-tracking di Opel andrà ad affiancare altre tecnologie d’illuminazione innovative già presenti nella gamma tedesca, come ilsistema AFL+ con fari bi-xenon e l’Opel Eye con dieci funzioni distinte.


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Kia: nuovo 3 cilndri da 1.0L e trasmissione a doppia frizione

Il nuovo motore Kappa di Kia, da 1,0l T-GDI (turbo a iniezione diretta di benzina) ha fatto il suo debutto mondiale al Salone di Ginevra, e segue la tendenza dell’industria automotive verso motori di minore cilindrata e maggior rendimento, che consumano meno carburante e generano meno emissioni fornendo però, allo stesso tempo, prestazioni migliori.Il primo modello che beneficerà di questo nuovo propulsore sarà la cee’d GT Line. Per la compatta coreana, il motore Kappa renderà 120 CV e 172 Nm di coppia (disponibile nell’intervallo dai 1.500 ai 4.100 giri/min e la potenza massima viene raggiunta a 6.000 giri/min) emettendo meno emissioni di CO2 rispetto al GDI 1.6 che si utilizza su altri modelli.La cee’d GT Lineavrà inoltre a disposizione una nuova trasmissione DCT a sette rapporti e doppia frizione che inizialmente sarà abbinata al motore diesel CRDi da 1,6 litri e 133 CV. La nuova trasmissione è una "première" per Kia che ha sviluppato in proprio la progettazione e la produzione presso il centro Ricerca&Sviluppo di Namyang in Corea.


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Ferrari California T "Convertible of the Year”

La Ferrari California T è stata premiata come “Convertible of the Year” da uno dei magazine automotive più influenti degli Emirati Arabi, Wheels Magazine.Ferrari California TLa Supercar del Cavallino esibisce un design mozzafiato e vanta un fascino a cui è difficile resistere. Come ben sappiamo, a spingere la Ferrari California T c’è un propulsore V8 turbo a iniezione diretta di 3.855 cm3, montato in posizione anteriore-centrale che eroga una potenza massima di 560 CV a 7.500 giri/min.Con una potenza specifica di 145 CV/l e una coppia massima di 755 Nm, la California T copre l’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi.


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Volkswagen Passat by ABT

In occasione del Salone di Ginevra 2015, il tuner tedesco ABT ha presentato una proposta per i primi proprietari della nuova Auto dell’Anno 2015, la Volkswagen Passat. L’ammiraglia di Wolfsburg viene rivista con semplici e indiscreti ritocchi estetici, qualche piccola modifica al chassis e un surplus di potenza di 40 CV dedicato alla motorizzazione TDI che rimane abbinato alla trasmissione DSG e al sistema di trazione integrale 4Motion.Fuori la Volkswagen Passat by ABT sfoggia un nuovo splitter frontale, nuove minigonne e una nuova rifinitura per il sistema di scarico, che passa molto meno inosservato rispetto all’originale.Completano il quadro del kit estetico un nuovo, pronunciato, splitter posteriore, nuovi specchietti retrovisori e cerchi in lega ABT disponibili da 20 o 21 pollici.Insieme a queste novità il preparatore teutonico offre anche la possibilità di montare sulla nuova Passat una sospensione più sportiva, mentre il motore diesel da 240 CV, grazie alla riprogrammazione della centralina, si eleva a ben 280 CV.

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Fiat 500 Vintage ’57

Dal 1957 ad oggi. La city car made in Italy del 1957 rivive attraverso una versione rievocativa degli Anni ’60 e ’70, la Vintage ’57 per la quale gli ordini sono già aperti.Segni di riconoscimento vintage…La nuova Fiat 500 Vintage ’57 si distingue prima di tutto per la colorazione della livrea in azzurro pastello in abbinamento al bianco del tetto, dello spoiler, dell’antenna e delle calotte specchietti retrovisori. Anche i cerchi in lega, da 16 pollici, sono in tinta bianca cromati.Così come gli esterni, anche gli interni della Fiat 500 Vintage ’57 sono frutto di una reinterpretazione moderna di alcune peculiarità della 500 storica. Dentro troviamo un’ambientazione bianca e un’elegante selleria in pelle Frau tabacco bitonale, inchiostrata effetto vintage, con inserti ‘a mezzaluna’ in pelle avorio con ricami "500" in tinta tabacco. In alternativa è disponibile l’interno cuoio.Ricco equipaggiamentoL’equipaggiamento della Fiat 500 Vintage ’57 offre: climatizzatore manuale, sistema Blu&Me, autoradio CD+MP3, ABS con EBD, 7 airbag, sistema Start&Stop, ESP completo di ASR/MSR, HBA e Hill Holder.MotorizzazioniLe proposte motoristiche sono rappresentate dalle motorizzazioni benzina 1.2 da 69 CV, 0.9 Twin Air da 85 CV e 0.9 Twin Air 105 CV, oltre al diesel 1.3 Multijet da 95 CV. Il listino prezzi parte da16.500 euro per la versione equipaggiata con il 1.2 da 69 CV e raggiunge i 18.800 euro per la 500 Vintage ’57 1.3 Multijet da 95 CV.


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