Category Archives: Novita

Ferrari Portofino al Salone di Francoforte 2017

Ferrari Portofino - Francoforte 2017Ferrari Portofino - Francoforte 2017

Ferrari Portofino 2 - Francoforte 2017Ferrari Portofino 2 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino 3 - Francoforte 2017Ferrari Portofino 3 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino 5 - Francoforte 2017Ferrari Portofino 5 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino 7 - Francoforte 2017Ferrari Portofino 7 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino 8 - Francoforte 2017Ferrari Portofino 8 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino coda - Francoforte 2017Ferrari Portofino coda - Francoforte 2017

Ferrari Portofino dettaglio coda - Francoforte 2017Ferrari Portofino dettaglio coda - Francoforte 2017

Ferrari Portofino frontale - Francoforte 2017Ferrari Portofino frontale - Francoforte 2017

Ferrari Portofino profilo - Francoforte 2017Ferrari Portofino profilo - Francoforte 2017

Ferrari Portofino profilo 2 - Francoforte 2017Ferrari Portofino profilo 2 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino tre quarti posteriore - Francoforte 2017Ferrari Portofino tre quarti posteriore - Francoforte 2017

Ferrari Portofino tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017Ferrari Portofino tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino tre quarti posteriore 3 - Francoforte 2017Ferrari Portofino tre quarti posteriore 3 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino tre quarti posteriore 4 - Francoforte 2017Ferrari Portofino tre quarti posteriore 4 - Francoforte 2017

Ferrari Portofino tre quarti posteriore 5 - Francoforte 2017Ferrari Portofino tre quarti posteriore 5 - Francoforte 2017

 

Si chiama Portofino la protagonista dello stand Ferrari al Salone di Francoforte 2017. La nuova cabriolet 2+2 di Maranello prenderà il posto della California e sarà – come l’antenata – il modello più “accessibile” del Cavallino.

Ferrari Portofino: coupé o cabriolet?

Il design della Ferrari Portofino è più proporzionato di quello della California: merito soprattutto della coda più corta. Ora la coupé/cabriolet del Cavallino sembra una coupé “pura” quando si viaggia con il tetto chiuso e niente lascia intendere che in una zona posteriore così raccolta possa trovare spazio il tetto rigido retrattile.

Ferrari Portofino: il motore

Il motore della Ferrari Portofino presentata al Salone di Francoforte 2017 è lo stesso 3.9 V8 a doppia sovralimentazione già visto sulla California T: il propulsore della Rossa ha però beneficiato di un aumento di potenza (da 560 a 600 CV) e di coppia (da 755 a 760 Nm).

Il risultato? Velocità massima di oltre 320 km/h e 3,5 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.

Ferrari Portofino: tecnica e tecnologia

Tra le novità tecniche più rilevanti presenti sulla Ferrari Portofino segnaliamo il differenziale posteriore elettronico E-Diff3 e il servosterzo elettrico (al debutto su una GT di Maranello). Per quanto riguarda la dotazione tecnologica segnaliamo invece il sistema di infotainment con touchscreen da 10,2”.

L’articolo Ferrari Portofino al Salone di Francoforte 2017 proviene da Panoramauto.

Fonte:

Jaguar: a Francoforte debutta la E-Pace

DSC_0015DSC_0015

DSC_0003DSC_0003

DSC_0001DSC_0001

DSC_0002DSC_0002

DSC_0004DSC_0004

DSC_0016DSC_0016

DSC_0022DSC_0022

DSC_0013DSC_0013

DSC_0007DSC_0007

DSC_0008DSC_0008

DSC_0009DSC_0009

DSC_0010DSC_0010

DSC_0011DSC_0011

DSC_0012DSC_0012

DSC_0014DSC_0014

DSC_0018DSC_0018

DSC_0020DSC_0020

DSC_0005DSC_0005

DSC_0006DSC_0006

DSC_0021DSC_0021

 

La protagonista dello stand Jaguar al Salone di Francoforte 2017 è la nuova E-Pace, sorella minore della F-Pace e ispirata alle sportive della famiglia del Giaguaro. Insieme a lei alla kermesse tedesca debutta anche la I-Pace Trophy la cui versione di serie, elettrica, arriverà il prossimo anno e che sarà la protagonista del nuovo trofeo monomarca della Casa inglese.

Jaguar E-Pace

Lunga 4,39 metri di lunghezza, la Jaguar E-Pace arriverà sul mercato come concorrente diretta, tra le altre, delle BMW Serie1 e Range Rover Evoque. Il portabagagli offre una capacità di carico di 577 litri estensibili fino a 1.234 litri, mentre il passo è di 2,68 metri (19 cm in meno rispetto alla F-Pace).

La gamma motori della Jaguar E-Pace sarà composta da una famiglia di 4 cilindri benzina e diesel. I propulsori a gasolio verranno proposti con potenze di 150, 180 o 240 CV mentre i benzina saranno da 249 o 300 CV. Queste unità potranno essere abbinate alla trasmissione manuale o all’automatica a nove rapporti con possibilità di scegliere tra la trazione anteriore o integrale.

Francoforte 2017

Jaguar E-Pace: ora è ufficiale

Svelate le prime fotografie e informazioni ufficiali della nuova SUV del Giaguaro

Jaguar I-Pace eTROPHY

Dopo il debutto in Formula E nel 2016, Jaguar lancia ora il primo campionato internazionale al mondo riservato alle auto elettriche di serie. Il Jaguar I-Pace eTROPHY sarà un supporto al campionato FIA FormulaE, che si svolgerà negli stessi weekend e nelle medesime città a partire dalla fine del 2018. Riservato esclusivamente alle Jaguar iPace eTROPHY da corsa che si sfideranno sulle strade di 10 tra le più grandi città del mondo come Hong Kong, Parigi, San Paolo, New York e Roma.

L’articolo Jaguar: a Francoforte debutta la E-Pace proviene da Panoramauto.

Fonte:

Volkswagen a Francoforte 2017: Polo, T-Roc e altre novità

Volkswagen Polo GTI - Francoforte 2017Volkswagen Polo GTI - Francoforte 2017

Volkswagen Polo GTI tre quarti posteriore - Francoforte 2017Volkswagen Polo GTI tre quarti posteriore - Francoforte 2017

Volkswagen Polo GTI tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017Volkswagen Polo GTI tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc 2 - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc 2 - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc 3 - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc 3 - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc 4 - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc 4 - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc coda - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc coda - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc coda 2 - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc coda 2 - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc frontale - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc frontale - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc tre quarti posteriore - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc tre quarti posteriore - Francoforte 2017

Volkswagen T-Roc tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017Volkswagen T-Roc tre quarti posteriore 2 - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. Crozz II dettaglio anteriore - Francoforte 2017Volkswagen I.D. Crozz II dettaglio anteriore - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. Crozz II dettaglio anteriore 2 - Francoforte 2017Volkswagen I.D. Crozz II dettaglio anteriore 2 - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. - Francoforte 2017Volkswagen I.D. - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. Buzz - Francoforte 2017Volkswagen I.D. Buzz - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. Buzz tre quarti posteriore - Francoforte 2017Volkswagen I.D. Buzz tre quarti posteriore - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. frontale - Francoforte 2017Volkswagen I.D. frontale - Francoforte 2017

Volkswagen I.D. tre quarti posteriore - Francoforte 2017Volkswagen I.D. tre quarti posteriore - Francoforte 2017

 

La Volkswagen ha fatto le cose in grande al Salone di Francoforte 2017 presentando due novità importantissime destinate a conquistare il pubblico europeo: la piccola Polo e la SUV T-Roc. Non mancano però altre anteprime “minori”: scopriamole insieme…

Volkswagen Polo a Francoforte 2017

La Volkswagen Polo è secondo noi la novità più importante del Salone di Francoforte 2017: la sesta generazione della piccola di Wolfsburg sarà commercializzata da ottobre (prezzi da 13.600 euro).

Lunga 4,05 metri e sviluppata sul pianale MQB, presenta tanta tecnologia (come la strumentazione interamente digitale Active Info Display) e una dotazione di sicurezza ricca che comprende – tra le altre cose – il Front Assist, il Blind Spot Detection, il cruise control adattivo e i fari a LED.

La gamma motori al lancio della nuova Volkswagen Polo comprenderà tre unità 1.0 tre cilindri a benzina (due aspirati da 65 e 75 CV e un turbo da 95 CV). Più avanti vedremo altri due turbo benzina (1.0 tre cilindri da 115 CV e 2.0 da 200 CV), un 1.0 turbo tre cilindri a metano da 90 CV e due 1.6 turbodiesel TDI da 80 e 95 CV.

Volkswagen T-Roc a Francoforte 2017

La T-Roc – la prima piccola SUV Volkswagen di sempre – punta a diventare l’auto più venduta della Casa di Wolfsburg in Italia (più di Polo e Golf, per intenderci).

Disponibile a trazione anteriore o integrale e con un prezzo di attacco di 22.900 euro, è sviluppata sul pianale MQB e ha una gamma motori al lancio composta da cinque unità: due TSI a benzina (1.0 a tre cilindri da 115 CV e 1.5 da 150 CV) e tre diesel TDI (1.6 da 115 CV e 2.0 da 150 e 190 CV).

La Volkswagen T-Roc – dotata di un ampio bagagliaio (445 litri che diventano 1.290 quando si abbattono i sedili posteriori) e di una dotazione di sicurezza completa (Front Assist, mantenimento della corsia, cruise control adattivo e riconoscimento stanchezza del guidatore) – sarà venduta in Italia esclusivamente con la vernice bicolore.

Volkswagen I.D. Crozz II

La Volkswagen I.D. Crozz II – versione evoluta della concept già mostrata qualche mese fa a Shanghai – è basata sulla nuova piattaforma che adotteranno in futuro le auto elettriche di Wolfsburg.

Trazione integrale, autonomia compresa tra 500 e 600 km, 306 CV e 180 km/h di velocità massima: queste le caratteristiche principali del prototipo di Wolfsburg. Senza dimenticare la possibilità di ricaricare le batterie all’80% in mezz’ora collegandosi ad un punto di ricarica con potenza di 150 kW (DC).

Volkswagen Amarok Aventura Exclusive Concept e Dark Label

Il Volkswagen Amarok Aventura Exclusive Concept mostrato al Salone di Francoforte 2017 è un prototipo che anticipa le forme e i contenuti di quello che sarà il pick-up più potente del marchio teutonico: motore 3.0 V6 turbodiesel da 258 CV, cerchi in lega da 19” e fari bixeno con luci diurne a LED.

Il Volkswagen Amarok Dark Label, basato sull’allestimento Comfortline, è caratterizzato dalla tinta grigia opaca e dai tocchi scuri sulla carrozzeria e nell’abitacolo. Due i motori turbodiesel TDI abbinabili: uno da 163 CV con trazione integrale inseribile e uno da 204 CV con trazione integrale 4MOTION.

L’articolo Volkswagen a Francoforte 2017: Polo, T-Roc e altre novità proviene da Panoramauto.

Fonte:

L’auto elettrica fa per te? Te lo dice un’app

Neue EQ Ready App: Elektromobilität virtuell im Alltag ausprobierenNeue EQ Ready App: Elektromobilität virtuell im Alltag ausprobieren

Credits: Elektromobilität virtuell im Alltag ausprobieren: Die neue EQ Ready App unterstützt Autofahrer bei der Frage, ob ein Umstieg auf ein Elektroauto oder Hybridmodell für sie persönlich praktikabel wäre.

Trying out everyday e-mobility the virtual way: The new EQ Ready app helps motorists decide whether it makes sense for them personally to switch to an electric car or hybrid.

Ad aiutare gli automobilisti a capire se possono optare per un’auto elettrica o ibrida c’è da oggi la nuova app EQ Ready, che registra i percorsi realmente effettuati dall’utente, analizzando il suo comportamento di mobilità quotidiano e confrontandolo con numerosi parametri di vetture elettriche ed ibride. In tal modo, l’utente ha la possibilità di sperimentare l’elettromobilità in modo virtuale, ma comunque realistico. Allo stesso tempo, l’app EQ Ready suggerisce il modello ad alimentazione alternativa di smart o Mercedes-Benz che meglio si adatta alle specifiche esigenze dell’utente.

La nuova app sarà disponibile online in occasione del Salone di Francoforte 2017 e potrà essere provata presso lo stand all’interno del Padiglione 2 – Livello 0. “In generale, è emerso che le vetture elettriche ed i modelli ibridi in modalità elettrica risultano molto più adatti all’impiego quotidiano di quanto la maggior parte delle persone ritenga. Dopo aver analizzato il proprio comportamento reale con la nostra app, anche i più scettici si sono resi conto che un’auto elettrica o un modello ibrido sarebbe in grado di soddisfare le loro esigenze di mobilità”, ha dichiarato Wilko Stark, Responsabile di Daimler & Mercedes-Benz Cars Strategy e di CASE.

L’app EQ Ready può essere scaricata gratuitamente da subito in lingua tedesca e inglese per i sistemi iOS ed Android. È disponibile inizialmente per il mercato tedesco: l’estensione ad altri Paesi ed un ampliamento delle funzioni sono attualmente in fase di sviluppo. Lo smartphone dell’utente registra i tragitti percorsi con la propria vettura (indipendentemente dal marchio), generando così un profilo di utilizzo realistico, che risulta nettamente più significativo rispetto a un solo ed unico giro di prova. 

L’app EQ Ready è frutto di un ulteriore progetto di CASE (Connected, Autonomous, Shared, Electric) ed è stata sviluppata in collaborazione con la divisione ‘Digital House’. Il progetto si è rapidamente evoluto, all’interno di una struttura ispirata a una start-up, da un’idea concepita in-house alla realizzazione concreta. La EQC, il primo modello di serie del nuovo marchio di prodotti EQ, sarà prodotta nello stabilimento Mercedes-Benz di Brema a partire dal 2019 sulla base del Concept EQ presentato a Parigi lo scorso anno.

L’articolo L’auto elettrica fa per te? Te lo dice un’app proviene da Panoramauto.

Fonte:

Ducati Desmosecidi Stradale, il nuovo motore V4 per le sportive di domani

4-01 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Claudio Domenicali4-01 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Claudio Domenicali

3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo

1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine

2-14 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Forni Dall'Igna2-14 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Forni Dall'Igna

 

Grazie all’esperienza maturata da Ducati negli anni nella MotoGP nasce il nuovo motore V4 di 90° pensato per le future moto sportive del marchio di Borgo Panigale. Il suo nome è Desmosedici Stradale ed è destinato a diventare una pietra miliare nella storia della Casa di Borgo Panigale, la quale, prima d’ora, non aveva mai equipaggiato una moto sportiva, prodotta in serie non limitata, con un motore 4 cilindri. Per massimizzare le doti di coppia ai medi regimi, così importanti per la godibilità della moto sulle strade aperte al traffico, e per ottenere coppia e potenza a regimi più contenuti, il motore ha una cilindrata superiore alla MotoGP, per la precisone di 1.103 cm³. Eroga una potenza di oltre 155 kW (210 CV) a 13.000 giri/minuto, e una coppia massima di oltre 120 Nm (12,2 kgm) da 8.750 a 12.250 giri/minuto, in configurazione Euro 4.

1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine

Com’è fatto il Desmosedici Stradale

L’albero motore, come sui prototipi Ducati utilizzati in gara, è controrotante per ridurre l’effetto giroscopico complessivo e conferire maneggevolezza ed agilità nei cambi di direzione. I perni di biella, sfalsati di 70° come sulla Desmosedici GP, comportano un ordine di accensione del tipo “Twin Pulse” per generare un’erogazione facile da gestire ed ottimizzare la trazione in uscita di curva (effetto “Big Bang”). Grazie a quest’ordine di scoppio il Desmosedici Stradale ha un suono unico e distintivo. La configurazione V4 a 90° rende il motore estremamente compatto, permette di centrare le masse e consente una sua migliore integrazione nella moto.

Il Desmosedici Stradale è stato infatti inserito nel veicolo con la bancata anteriore dei cilindri ruotata indietro di 42° rispetto al piano orizzontale, come sui motori Ducati che competono in MotoGP. Questo ottimizza, appunto, la distribuzione dei pesi, permette l’adozione di radiatori più estesi e consente di avanzare il fulcro del forcellone. La sua architettura genera inoltre una naturale equilibratura delle forze del primo ordine, senza l’aggravio di peso e la perdita di potenza di un eventuale contralbero di equilibratura. In analogia alla MotoGP, la progettazione è stata impostata fissando l’alesaggio dei pistoni a 81 mm. Questo valore rappresenta il limite massimo consentito dal regolamento tecnico della MotoGP; è inoltre il più elevato del segmento delle supersportive 4 cilindri.

L’utilizzo dello stesso alesaggio del motore Desmosedici GP fa si che anche tutta la parte fluidodinamica (valvole, condotti di aspirazione, corpi farfallati), che è in pratica il cuore del motore, dove si generano le prestazioni, sia vicinissima tra le due unità motrici. Il nuovo motore è ovviamente progettato attorno al sistema Desmodromico, caratteristica che contribuisce a fare delle Ducati i prototipi più veloci della classe regina del Motomondiale. Su questo motore ad elevato regime di rotazione il “Desmo” trova la sua massima valenza tecnica e raggiunge livelli di sofisticatezza, compattezza e leggerezza mai visti prima su una Ducati. Ulteriore novità, per un motore Ducati di produzione, sono i cornetti di aspirazione ad altezza variabile, che permettono di ottimizzare il riempimento dei cilindri a tutti i regimi di rotazione con importanti benefici in termini di erogazione e guidabilità. Il sistema di alimentazione è completato poi da corpi farfallati ovali, dotati ognuno di due iniettori: uno sotto e l’altro sopra la farfalla.

1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine1-15 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine

3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo

Un gioiello di tecnologia

L’unveiling ufficiale ha avuto luogo questa mattina presso il circuito di Misano, dove questo weekend la MotoGP 2017 correrà il tredicesimo appuntamento della stagione. “Siamo orgogliosi di togliere il velo a questo gioiello di tecnologia che apre un nuovo capitolo della storia della nostra Azienda e che ne dimostra la vitalità e l’altissimo livello di investimento nello sviluppo di nuovi prodotti – ha dichiarato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati, durante la presentazione del Desmosedici Stradale – Questo motore rende inoltre evidente quanto sia stretta la collaborazione tra Ducati Corse e il gruppo di sviluppo delle moto di produzione e quanto le corse siano in grado di sviluppare tecnologia poi utilizzabile per la serie. Appuntamento a tutti per il 5 novembre alle 21, in occasione della Ducati World Premiere 2018, dove presenteremo la Panigale V4, una moto nuova al 100% ed equipaggiata con questo motore”.

Infine, in Casa Ducati si sta lavorando su una versione R, di cilindrata appena inferiore a 1000 cm³, caratterizzata da più alti regimi di rotazione e quindi più specifica per l’utilizzo in pista, che costituirà la base per la versione omologata per il campionato Superbike, categoria nella quale questo motore verrà impegnato a partire dal 2019, come da tradizione Ducati, un anno successivo rispetto all’introduzione della versione stradale.

3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo3-02 Unveiling Desmosedici Stradale V4 engine Domenicali Pirro Dovizioso Lorenzo

L’articolo Ducati Desmosecidi Stradale, il nuovo motore V4 per le sportive di domani proviene da Panoramauto.

Fonte:

WRC 7: il gioco ufficiale del World Rally Championship

WRC7 5WRC7 5

WRC7 8WRC7 8

WRC7 10WRC7 10

WRC7 4WRC7 4

WRC7 6WRC7 6

WRC7 7WRC7 7

WRC7 9WRC7 9

 

Settimo capitolo e terzo lavoro su WRC per i ragazzi di Kyloton Games. Dopo due titoli piuttosto piatti (WRC5 e WRC6), il team si è messo al lavoro per colmare qui piccoli buchi che lasciavano un po’ l’amaro in bocca, come gli stage eccessivamente piatti, una mancanza di profondità della modalità carriera e un modello di guida fin troppo arcade.

WRC7 6WRC7 6

NUOVE AUTO, NUOVA CARRIERA

Per chi non lo sapesse, quest’anno le auto del Mondiale Rally sono tutt’altre bestie rispetto a quelle della scorsa stagione. Sono più leggere, molto più potenti (hanno 380 CV contro i 320 delle WRC 2016) e hanno un maggior carico aerodinamico. Questo significa che sono molto più veloci. Saranno ben 260 le auto – tre vecchie e nuove – disponibili all’interno del gioco, 50 invece le prove speciali.
La modalità carriera è stata rivista e arricchita di obbiettivi primari e secondari da raggiungere che verranno ricompensati con punti per la squadra. Tra gliobbiettivi ci sono, ad esempio, il non dover danneggiare l’auto durante una prova, o il doversi qualificare al primo posto in una gara, oppure battere determinati avversari.
Non manca nemmeno il comparto multiplayer online (c’è anche un fantastico split screen, che male non fa) che prevede un massimo di 8 giocatori.

WRC7 6WRC7 6


GRAFICA E TECNICA

Kyloton Games ha lavorato sodo anche sul fronte tecnico: i riflessi di luce sulla carrozzeria e i modelli poligonali delle vetture appaiono molto più realistici e curati, così come la quantità di dettagli lungo le prove speciali, come sassi, alberi e vegetazione. Il gioco su consolle girerà a 30 fps.

DATA D’USCITA

Manca solo una settima all’uscita del gioco (che arriverà sugli scaffali il 15 settembre) e noi non vediamo l’ora di provarlo e di scrivere la nostra recensione. Siamo sicuri che WRC7 avrà di che farci divertire.

L’articolo WRC 7: il gioco ufficiale del World Rally Championship proviene da Panoramauto.

Fonte:

Kia, nuove immagini del Proceed Concept

483796483796

483795483795

 

Con il Salone di Francoforte 2017 che si avvicina inesorabilmente, Kia intanto ha svelato nuove immagini del prototipo che presenterà tra pochi giorni alla kermesse tedesca dedicata alle quattro ruote. Si tratta di un concept che dovrebbe anticipare la nuova generazione di cee’d. La silhouette della vettura è estremamente aerodinamica e futuristica, con muscoli bene in vista, e anticipa la forma di un’auto che a quanto pare dovrebbe combinare in modo perfetto sportività e versatilità.

“Il Proceed Concept rappresenta una visione nuova e audace di come il modello pro cee’d possa evolversi in una nuova generazione più orientata alle prestazioni”, ha commentato Gregory Guillaume, Chief Designer Europe per Kia Motors. Monterà ruote in lega da 20’’ e di una nuova generazione di gruppi ottici. Prooced è progettato al centro di design di Kia situato proprio a Francoforte, nei pressi del salone dell’auto dove sarà svelato. Ulteriori dettagli sulla vettura saranno svelati tra pochissimi giorni a Francoforte.

L’articolo Kia, nuove immagini del Proceed Concept proviene da Panoramauto.

Fonte:

Lamborghini Aventador S Roadster

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-01Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-01

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-02Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-02

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-03Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-03

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-04Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-04

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-05Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-05

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-06Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-06

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-07Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-07

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-08Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-08

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-09Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-09

Lamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-0aLamborghini-Aventador_S_Roadster-2018-1600-0a

 

Lamborghini ha in serbo una novità interessante per l’ormai imminente Salone di Francoforte 2017 (14-24 settembre). La Casa di Sant’Agata Bolognese ha scelto infatti la kermesse tedesca per introdurre la sua nuova ‘belva’ open air: la Lamborghini Aventador Roadster S 2018.

Tetto manuale in fibra di carbonio

Seguendo la linea della sorella coupé, adottando cioè la stessa meccanica, questa variante a cielo aperto si propone con un tocco aggiunto di esclusività. Esteticamente le uniche differenze con la variante chiusa si concentrano tutte nella parte del tetto. Al posto dei classici sistemi di apertura elettrica, la nuova Aventador S Roadster monta due pannelli ultra leggeri (6 kg l’uno) che si montano e smontano facilmente in modo manuale. Realizzati in fibra di carbonio, questi due componenti possono essere configurati con differenti rifiniture, in nero lucido o satinato, senza costi aggiuntivi, anche se attraverso il programma di personalizzazione Ad Personam di Lamborghini, poi, ci sarà la possibilità di accedere a diverse opzioni. Per proteggere l’abitacolo quando si viaggia in modalità open air si possono modificare i flussi d’aria semplicemente aprendo o chiudendo un piccolo finestrino posteriore.

La nuova Lamborghini Aventador S Roadster sarà lanciata con la colorazione Blue Aegir di Ad Personam anche se la carrozzeria potrà essere colorata con differenti tonalità a disposizione. Saranno anche disponibili numerose opzioni per la tappezzeria degli interni e le varie rifiniture, mentre il sistema di infotainment è compatibile con Apple CarP?lay. I cerchi, da 20 e 21 pollici, sono avvolti con pneumatici Pirelli P Zero.

50 kg più pesante ma con lo stesso motore della coupé

Rispetto alla coupé la Aventador S Roadster pesa 50 kg in più ma, come ci si poteva aspettare, ha in dotazione tutte le novità tecniche del modello a tetto fisso, dal sistema delle sospensioni attive Pushrod alle quattro ruote sterzanti, passando per il selettore delle modalità di guida con il profilo EGO. Sotto pelle è confermato il V12 da 6.5 litri con 740 CV di potenza e 690 Nm di coppia massima, abbinato alla trasmissione ISR a sette rapporti con trazione integrale. Come la Aventador S Coupé, la S Roadster raggiunge i 350 km/h di velocità massima e sprinta da 0 a 100 in 3 secondi.

L’articolo Lamborghini Aventador S Roadster proviene da Panoramauto.

Fonte:

Suzuki Burgman 400 2017: il test

ZAMP5488ZAMP5488

AC1_2401AC1_2401

AC1_2410AC1_2410

AC1_2417AC1_2417

AC1_2426AC1_2426

AC1_2435AC1_2435

ZAMP5335ZAMP5335

ZAMP5403ZAMP5403

ZAMP5504ZAMP5504

ZAMP5566ZAMP5566

ZAMP5569ZAMP5569

ZAMP5653ZAMP5653

ZAMP5661ZAMP5661

ZAMP5664ZAMP5664

 

Il nuovo Suzuki Burgman 400 2017 arriva sul mercato con una nuova veste più sportiva e accattivante, conservando però quelle doti di comfort che ne hanno decretato il successo negli anni. Con 111.144 esemplari registrati in Italia dal lancio (1998) ad oggi, il 400 è il più venduto della famiglia Burgman: probabilmente perché rappresenta la giusta via di mezzo, il perfetto equilibrio che si cerca in un maxi-scooter da utilizzare nel quotidiano e (perché no) nei piccoli viaggi. Ora è anche più leggero e performante ed è commercializzato in tre tinte – nero metallizzato, bianco perlato e grigio metallizzato – con prezzi a partire da 7.899 euro; fino a fine ottobre però Suzuki ha previsto un’offerta lancio di 7.290 euro con quattro anni di garanzia compresi nel prezzo.

AC1_2417AC1_2417

Design più moderno e sportivo

La cosa che colpisce di più del nuovo Suzuki Burgman 400 è sicuramente il nuovo look. È più snello rispetto al modello precedente e ha un frontale che comunica una dinamicità come mai prima d’ora. E non è solo merito dei nuovi gruppi ottici a LED (che troviamo anche nel posteriore), perché sono proprio le linee più marcate e meno rotonde a caratterizzare la sua evoluzione stilistica. La nuova indole sportiva è accentuata anche dalla colorazione nera con cerchi rossi e da una posizione di guida tutta nuova. Sebbene la sella sia più spessa di 20 mm rispetto a quella del modello precedente – pur restando la più bassa della categoria con i suoi 755 mm da terra – il pilota è meno infossato e ha una postura che comporta un maggior carico sull’anteriore.

Cambia infatti anche la distribuzione dei pesi e il comportamento dinamico. Il telaio è stato irrigidito e la ruota anteriore è passata da 14’’ a 15’’. Dietro c’è la sospensione Pro-Link con precarico molla regolabile su sette posizione, una esclusiva del marchio giapponese, mentre davanti viene confermata la forcella telescopica da 41 mm. Altro dato rilevante: il peso è calato di ben 7 kg, passando dai 225 kg del modello precedente ai 215 dell’attuale. A spingere il nuovo Suzuki Burgman 400 ci pensa, invece, il monocilindrico a quattro tempi DOHC raffreddato a liquido, Euro 4, da 399 cc a iniezione elettronica da 31 CV e 36 Nm a 4.800 giri/min. Spinge di più ai bassi ed è più efficiente: consuma 4l/100km emettendo 91 gr/km di CO2. Cresce anche l’autonomia, che passa da 301 a 337 km. Completano il quadro la nuova strumentazione multifunzione con display centrale posto tra contagiri e tachimetro e il nuovo parabrezza più compatto.

AC1_2417AC1_2417

ZAMP5566ZAMP5566

Si guida meglio e resta comodo

La mossa giusta di Suzuki è stata quella di prendere un best-seller da sempre noto per la sua comodità, fargli una iniezione di sportività e mantenere inalterato il comfort generale. In sella al nuovo Burgman 400 non ci si stanca praticamente mai, sia se si gira in città, sul pavé o sull’asfalto rovinato, sia se si opta per un percorso misto, magari anche ricco di curve, dove ci si può anche divertire in sicurezza. Grazie allo schienalino lombare regolabile è possibile trovare la posizione più adatta alle proprie esigenze. E i meno esperti potranno contare, oltre che sulla sella molto bassa da terra, anche sulla presenza di pedane ben rastremate che consentono di mettere con facilità i piedi a terra.

La nuova forma dello scooter ha solo penalizzato un po’ la capacità di carico. Il vano sottosella è più piccolo ma riesce tuttavia a ospitare un casco integrale e un demi-jet grazie ai suoi 42 litri di capienza. E per altri oggetti più piccoli si può sempre contare sulla presenza di comodi vani portaoggetti situati nel retroscudo (in uno dei quali c’è la comoda presa da 12V per ricaricare lo smartphone). Buona la franata, dotata di ABS di ultima generazione più leggero e basata su un doppio disco anteriore e un disco posteriore. Per la sosta “in pendenza” c’è anche il freno di stazionamento. L’assetto è piuttosto morbido, come è giusto che sia, ma offre comunque un buon sostegno quando necessario. Non c’è il controllo della trazione, ma francamente non se ne sente la mancanza. Insomma, a mio avviso il Burgman 400 è migliorato proprio dove doveva senza però perdere la sua identità.

ZAMP5566ZAMP5566

L’articolo Suzuki Burgman 400 2017: il test proviene da Panoramauto.

Fonte:

Rover, la storia della Casa britannica

1904 - Rover 81904 - Rover 8

1905 - Rover 61905 - Rover 6

1907 - Rover 201907 - Rover 20

1933 - Rover 14 P11933 - Rover 14 P1

1949 - Rover 751949 - Rover 75

1959 - Rover 1001959 - Rover 100

1963 - Rover P61963 - Rover P6

1967 - Rover P5B1967 - Rover P5B

1970 - Rover P6 Series II1970 - Rover P6 Series II

1982 - Rover SD1 restyling1982 - Rover SD1 restyling

1989 - Rover Mini1989 - Rover Mini

1990 - Rover 1001990 - Rover 100

1991 - Rover 800 restyling1991 - Rover 800 restyling

1992 - Rover 800 Coupé1992 - Rover 800 Coupé

1993 - Rover 6001993 - Rover 600

1994 - Rover 100 restyling1994 - Rover 100 restyling

1995 - Rover 200 terza generazione1995 - Rover 200 terza generazione

1995 - Rover 400 seconda generazione1995 - Rover 400 seconda generazione

1996 - Rover 800 secondo restyling1996 - Rover 800 secondo restyling

1998 - Rover 751998 - Rover 75

1999 - Rover 451999 - Rover 45

2000 - Rover 252000 - Rover 25

2001 - Rover 75 Tourer2001 - Rover 75 Tourer

2003 - Rover CityRover2003 - Rover CityRover

2003 - Rover Streetwise2003 - Rover Streetwise

2004 - Rover 25 restyling2004 - Rover 25 restyling

2004 - Rover 45 restyling2004 - Rover 45 restyling

2004 - Rover 75 restyling2004 - Rover 75 restyling

2004 - Rover 75 Tourer restyling2004 - Rover 75 Tourer restyling

2004 - Rover 75 V8 restyling2004 - Rover 75 V8 restyling

 

La Rover, sparita dalle scene nel 2005, è stata una Casa amata soprattutto dai fan delle auto britanniche che non potevano permettersi una Jaguar.

Un marchio che ha realizzato tanti prodotti eleganti e ricchi di sostanza (la prima bicicletta moderna è stata una Rover, la prima Auto dell’Anno di sempre anche). Scopriamo insieme la storia del brand inglese.

Rover: la storia

La Rover inizia a muovere i primi passi nel 1878 con la nascita – a Coventry – della Starley & Sutton, azienda specializzata nella produzione di biciclette fondata da John Kemp Starley e William Sutton.

La prima bici

Nel 1885 Starley inventa la Rover, oggi considerata la prima bicicletta moderna della storia. Un mezzo caratterizzato da ruote di dimensioni identiche e dalla trasmissione a catena in un mondo nel quale circolavano i pericolosi bicicli (quelli con la ruota anteriore immensa, per intenderci).

Quattro anni più tardi la società cambia nome in Starley & Co. e viene ribattezzata Rover (come il nome del prodotto più celebre) nel 1896.

Le prime auto

Starley muore nel 1901 e lascia l’azienda a Harry Smith, il quale decide di puntare sulle automobili: la prima vettura di sempre della Casa britannica – la 8 – è dotata di un motore 1.3 monocilindrico da 8 CV abbinato ad un cambio manuale a tre marce ed è priva di sospensioni posteriori.

Il marchio Rover inizia a farsi conoscere nel Regno Unito anche con i veicoli a quattro ruote grazie soprattutto alla vittoria al Tourist Trophy del 1907 conquistata da Ernest Courtis con una 20 hp.

Anni di crisi

Negli anni ’10 del XX secolo la Rover punta tutto sulla 12 mentre durante la Prima Guerra Mondiale si concentra sulle moto.

La crisi inizia a farsi sentire negli anni ’20: nel 1925 termina la produzione di mezzi a due ruote e la gamma delle auto è priva di modelli interessanti. La situazione migliora leggermente intorno alla metà degli anni ’30 ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale stravolge i piani dell’azienda britannica, che si ritrova a produrre durante il conflitto componenti per aeroplani.

La svolta con la Land Rover

La grande svolta per la Rover arriva nel 1948 grazie alla Land Rover, una fuoristrada dura e pura nata per sfidare le Jeep che conquista immediatamente il pubblico.

L’anno seguente vede la luce la P4, una berlina contraddistinta da un design moderno e da contenuti interessanti (come la lega di alluminio e magnesio usata per le portiere e il cofano) ma è sempre la 4×4 della Regina a monopolizzare le vendite del brand.

Gli anni ’50 e ’60

La novità Rover più importante degli anni ’50 è senza dubbio la P5: la prima auto del marchio inglese dotata di scocca portante rappresenta un’alternativa economica alla Jaguar.

La P6 (nota anche come 2000) del 1964 diventa invece la prima Auto dell’Anno di sempre: merito dello stile sexy e moderno e della tecnica raffinata (sospensioni posteriori a ponte De Dion e freni a disco posteriori all’uscita del differenziale).

Nel 1967 Rover cessa di essere un marchio indipendente, entra a far parte del colosso British Leyland e diventa meno “premium” per evitare sovrapposizioni con Jaguar (appartenente allo stesso gruppo).

Gli anni ’70

La regina del lisitno Rover degli anni ’70 è indubbiamente la SD1 (3500) del 1977: la prima auto della Casa britannica realizzata da British Leyland si aggiudica il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno ed è considerata da molti appassionati l’ultima vera Rover.

Nel 1978 Land Rover diventa un marchio a parte e l’anno successivo inizia una collaborazione con Honda.

Gli anni ’80

Un decennio ricco di novità per la Rover: nel 1981 nasce la divisione Austin Rover e tre anni più tardi vede la luce il primo modello realizzato in collaborazione con la Honda (la 200, una compatta con la coda gemella della Ballade, variante a quattro porte della Civic).

Nel 1986 – anno di nascita del Gruppo Rover – è la volta dell’ammiraglia 800 (cugina della Honda Legend) e due anni più tardi Rover viene venduta a British Aerospace. Il 1989 è l’anno in cui la mitica Mini viene venduta con il marchio Rover: una soluzione temporanea che terminerà nel 1992.

Il passaggio a BMW

BMW acquista Rover nel 1994 e nello stesso anno termina la partnership con Honda. Il primo – nonché unico – modello frutto dell’accordo anglo-tedesco è l’ammiraglia 75 contraddistinta da uno stile retrò.

La crisi e la fine

BMW investe parecchi soldi nella seconda metà degli anni ’90 per cercare di risollevare la Rover ma non basta: le perdite crescono a vista d’occhio e la Casa inglese viene quindi ceduta nel 2000 al prezzo simbolico di una sterlina al gruppo Phoenix costituito da diversi imprenditori britannici.

Nel 2003 viene presentata la Streetwise (nient’altro che una 25 – a sua volta derivata dalla terza generazione della 200 svelata otto anni prima – in versione crossover) mentre l’anno successivo tocca alla piccola CityRover (una variante rimarchiata della Tata Indica fortunatamente mai commercializzata nel nostro Paese).

Il gruppo MG Rover entra in amministrazione controllata nel 2005 e nello stesso anno le Rover spariscono definitivamente dai listini. Il marchio viene ceduto a Ford nel 2006 e nel 2008 passa a Tata: questo significa che la Rover non è ufficialmente morta, sta solo riposando in attesa di tornare (magari come marchio “entry-level” del gruppo Jaguar Land Rover).

Auto britanniche

prevnext

L’articolo Rover, la storia della Casa britannica proviene da Panoramauto.

Fonte: